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Vita diocesana

Fra’Faustino Lucifora ordinato diacono

Paolo Emanuele · 10 anni fa

“Chi è il diacono? Colui che si mette a servizio di…è colui che non agisce per volontà propria ma vive la sua esistenza come un servizio a immagine del Figlio di Dio che non è venuto per essere servito ma per servire e dare la sua vita in riscatto per molti”. Potrebbe essere racchiusa in questa riflessione tratta dall’omelia del vescovo della diocesi di Lamezia Terme, Luigi Antonio Cantafora, il senso del diaconato di fra’Faustino Lucifora della comunità dei “missionari della via” che il 14 maggio scorso, giorno che la Chiesa dedica a San Mattia l’apostolo che prese il posto “che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava”, è stato ordinato diacono. Un momento particolarmente commovente e carico di spiritualità, quello vissuto dalla comunità, alla quale si è aggiunta anche una delegazione dei laici che in Campania stanno percorrendo un cammino parallelo a quello avviato dai “missionari della via” che hanno sede a Santa Chiara a Lamezia Terme. Ed è stato così che in una chiesa piena di fedeli fra’Faustino, davanti anche ad una delle sue sorelle giunta con la famiglia dalla Sicilia per condividere con lui un tratto importante del suo percorso di fede e di abbandono a Dio, ha pronunciato il suo “eccomi”. Un “eccomi” che è risuonato non senza far scendere qualche lacrima di commozione non solo tra i suoi “fratelli e sorelle” (fra’Umile, fra’Filippo, suor Chiara e suor Claudia) ma anche dai volti dei tanti laici che in questi anni hanno intrapreso insieme ai “missionari della via” un cammino di evangelizzazione e di ricerca del confronto con Dio, con il coinvolgimento di tanti giovani che hanno scelto di vivere con gioia il rapporto con il Padre e che non hanno voluto far mancare tutto il loro affetto a fra’Faustino in un momento particolarmente intenso del suo cammino di fede. Non meno toccante, poi, la presenza dei “brothers africani”, come li definisce fra’Umile, extracomunitari giunti dalla lontanissima ma vicinissima Africa sulle coste italiane ed ora ospitati in un centro a poca distanza dalla chiesa di Santa Chiara. Brothers che quotidianamente partecipano, seppur con la difficoltà della lingua (che si sta cercando di risolvere con corsi gratuiti di italiano tenuti da laici della stessa comunità), alle funzioni religiose, vivendo anche momenti di fraternità con la comunità tutta. Ed è stato così che la sera del 14 maggio hanno voluto “salutare” a loro modo l’ordinazione di fra’Faustino: alla fine della celebrazione eucaristica, infatti, hanno intonato un canto, carico di ritmi africani, con cui hanno accompagnato il corteo di sacerdoti durante l’uscita dalla chiesa. Un modo per rimarcare ciò che, di fatto, è il messaggio evangelico, il messaggio che Cristo con la sua testimonianza di vita ha lasciato in ciascuno di noi e che è stato ripreso nel Vangelo del giorno: “Io ho scelto voi, dice il Signore, perché andiate e portiate il frutto ed il vostro frutto rimanga”. Ed è stato proprio partendo da questo invito che Gesù rivolge a ciascuno di noi che il vescovo si è rivolto a fra’Faustino: “Se il diaconato per te è transeunte, come ministero – ha detto infatti nel corso dell’omelia - , non lo sia nella dimensione della tua vita. Il Signore ti ha scelto per essere servo e questo è un grande dono, ma anche una grande responsabilità. Egli ci ama e non vuole altro che il nostro bene. Per questo il suo amore folle si esprime nel chinarsi sui miseri e nel risollevare chi è abbattuto. Caro fra’Faustino – ha concluso - , il Signore si è chinato su di te e tu impari da lui a chinarti sui tuoi fratelli e servirli. Tu vivi il tuo ministero in una comunità di fratelli e sorelle. Sii l’ultimo di tutti e il servo di tutti. Muoviti verso quelle periferie esistenziali tanto care a Papa Francesco perché tanti possano incontrare il Signore”.