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Chiesa

I mafiosi sono scomunicati. Una frase di senso compiuto

Paolo Emanuele · 10 anni fa

I mafiosi sono scomunicati. è questa la frase di senso compiuto, pronunciata da Papa Francesco a Cassano. Una frase di senso compiuto perché chiara, diretta ed inequivocabile. Una frase di senso compiuto perché firma la posizione e l’impegno della Chiesa nella lotta alla mafia, al di là di ogni calunniosa ricostruzione. Il di più, come ricorda Gesù nel Vangelo, viene dal maligno che vuole seminare sfiducia, divisione e sospetto. “I mafiosi non sono in comunione con Dio, sono scomunicati”. “La 'ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune. Questo male va combattuto, va allontanato, bisogna dirgli di no”. Ascoltare queste parole dal Papa, in una terra dove il male fa sentire tutta la sua forza, è sapersi confermati in una fatica costante a cui Papa Francesco fa chiaramente riferimento quando ha detto: “La Chiesa che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre più spendersi perché il bene possa prevalere”. E in questa lotta, Papa Francesco ha dato forza e slancio alla Chiesa di Calabria, che ha tante luci, insieme alle sue immancabili ombre, come ricordato da Mons. Galantino. Papa Francesco non ha solo lanciato una scomunica con una forza che ricorda il “grido” di San Giovanni Paolo II ad Agrigento. Infatti, il Papa lascia qui una Chiesa, che è seriamente impegnata nell’educare le coscienze. Bisogna ricordarlo: il male e il bene si scelgono nella coscienza. Non nei salotti e a tavolino. è la coscienza, il luogo dove ogni uomo e ogni donna si confronta singolarmente e decide se rinunciare a Satana, alle sue opere e alle sue seduzioni. è nella coscienza che si sceglie se adorare gli idoli del denaro, della vanità, dell’orgoglio e del potere. Non è un caso che proprio il giorno del Corpus Domini, quando la Chiesa adora il suo Signore, il Papa metta in guardia dall’adorare il male in tutte le sue personificazioni e realtà. Per questo ricorda che la Chiesa educa le coscienze. La parola “coscienza” rimanda a “cum scientia”, “con la consapevolezza”. Essa fa echeggiare la voce della vera umanità che “conosce il bene e il male”, come si legge nella Bibbia: “è una fiaccola del Signore che scruta tutti i segreti recessi del cuore” (Proverbi 20, 27). Purtroppo questa luce può affievolirsi, corrompersi o anche spegnersi lasciando spazio all’egoismo. In questo senso, ha un valore encomiabile tutto ciò che aiuta a conoscere le conseguenze del male e contribuisce a formare delle coscienze rette. Non può averlo, invece ciò che intorpidisce e confonde le coscienze, perché ostacola la lotta contro il male. Formare le coscienze non è combattere in retroguardia, ma lavorare per ridare la speranza in un mondo migliore che può iniziare da me, per evitare quanto Tolstoj già scriveva: “Tutti vogliono cambiare il mondo, ma nessuno vuole cambiare se stesso!”. Ogni vero cambiamento, come ogni vera lotta, parte dalle coscienze dei singoli dove il male e il bene si affrontano. Un giorno dopo la Visita, Cassano rappresenta un ulteriore passo del Papa buono venuto dalla fine del mondo, per svegliare le tanto anestetizzate coscienze degli uomini. A Lamezia Terme con l’inaugurazione della Mostra sulla Concattedrale, lo scorso 17 maggio, Mons. Galatino aveva detto: “Non basta una visita del Papa per salvare la Calabria. La visita sarà un momento che deve sollecitarci a mettere insieme le energie per costruire il futuro di questa terra che sarà quello che i calabresi costruiranno con le loro mani”. Dal Papa, abbiamo ricevuto un grande incoraggiamento e una conferma nella nostra fede cristiana che ci impone di respingere e combattere il male. Ma, se non abbiamo la forza di metterci insieme, ognuno per la sua parte, combattendo l’uno accanto all’altro contro l’ndrangheta e ogni forma di male, la guerra è già persa in partenza. I mafiosi per natura non adorano solo il male, ma disprezzano anche il bene comune. Non si vince contro l’ndrangheta fin quando a prevalere saranno gli interessi egoistici di parte. Il nostro Vescovo non fa mai mancare questo appello a unire le forze per il vero bene di questa comunità. Ma ciò che lascia sconcerto è l’incapacità - anche solo - di dire che cosa è bene per qui. Del resto, senza tornare alle proprie coscienze, lasciando che quella lampada risplenda ancora dentro ciascuno di noi, sarebbe difficile capire che cosa sia il male e che cosa sia il bene. Se qualcuno pensava che Papa Francesco avesse da dare solo abbracci e carezze, o che fosse in ritirata evidentemente si è sbagliato di grosso. Quella frase di senso compiuto è inequivocabile.