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Cultura e Società

Elezioni regionali: discontinuità e rinnovamento negli auspici di tutti i partiti

Paolo Emanuele · 9 anni fa

Le pedine sono quasi tutte ormai posizionate sullo scacchiere e, a poche ore dal termine ultimo per la presentazione delle liste, le parole chiave in tutti i partiti sono discontinuità, cambiamento, porte chiuse a quanti, vedendo la nave affondare, vorrebbero salire su quella con il vento in poppa. Si può descrivere così lo scenario politico regionale a meno di un mese dalle elezioni per il rinnovo del consiglio e del nuovo presidente della Regione. Nel momento in cui stiamo scrivendo, sono ore calde nelle stanze dei bottoni della politica calabrese: si stanno infatti compilando le liste dei candidati all’assemblea regionale e, in un consiglio con 20 consiglieri in meno rispetto a quello uscente, è complicato riuscire a conciliare gli auspici (almeno verbali) di rinnovamento e l’istinto all’autoconservazione di consiglieri che probabilmente non siederanno per altri 5 anni a Palazzo Campanella. Sul fronte del centrosinistra, che nelle scorse settimane ha scelto con le primarie Mario Oliverio come candidato alla presidente della giunta regionale, è aperta la partita tra diversi big del partito -che potrebbero non essere candidati il prossimo 23 novembre - e il “nuovo che avanza” rappresentato dai supporter di Gianluca Callipo che, con il 40% ottenuto alle primarie, può senz’altro rimarcare con forza il fatto di rappresentare una buona fetta del partito che merita una buona visibilità nel nuovo consiglio regionale. Dopo il “gran rifiuto” a un’alleanza con il Ncd e l’Udc, accordo fortemente sostenuto dalla segreteria nazionale del partito democratico, nei giorni scorsi si è delineato un confronto pubblico tra Mario Oliverio e il vice segretario del partito Lorenzo Guerini sulla compilazione delle liste. Se l’ex presidente della provincia di Cosenza ribadisce ai vertici nazionali del partito e ai segretari delle federazioni provinciali l’esigenza di “promuovere un adeguato processo di rinnovamento politico”, Guerini da Roma chiede di “procedere con decisione sulla strada del netto rinnovamento attraverso candidati in chiara rottura con il passato”. Intanto, a sinistra del Pd, Gianni Speranza ha ufficializzato nei giorni scorsi la presentazione di una lista che punta ad aggregare un’area di sinistra che vada oltre a Sinistra Ecologia e Libertà, intercettando le forze della società civile. Il centrodestra calabrese ha la sua “Lady di Ferro”, incoronata dallo stesso Silvio Berlusconi ad Arcore: si tratta di Wanda Ferro, per 15 anni alla guida della provincia di Catanzaro. Sarà lei a dover strappare a Oliverio una vittoria data per scontata dai democratici e a ridare credibilità, alla luce di una sostanziale buona esperienza amministrativa libera da inchieste giudiziarie, a un centrodestra che paga la fine della giunta Scopelliti per effetto di una condanna in primo grado dell’ex governatore. E Wanda Ferro ha scelto che tipo di centrodestra si candida alla guida della Regione: porte chiuse ai Gentile e al Nuovo Centrodestra, discontinuità con la gestione Scopelliti, appello al principale competitor a non ricandidare persone passate da uno schieramento a un altro. Doppia porta in faccia, dagli ex alleati del centrodestra e dagli alleati governativi del centrosinistra, per il Nuovo Centrodestra e l’Udc che, già prima del doppio niet, avevano deciso di correre in una lista unica per raggiungere la soglia del 4%, ora diventata dell’8%. Alfaniani e scudocrociati si sono riuniti, tra mal di pancia e tanti ritorni improvvisi alla “casa paterna”, nella lista “Alternativa popolari per la Calabria” con il senatore reggino Nico D’Ascola candidato alla presidenza della regione. Chiudono il giro dei candidato, Cono Cantelmi per i 5 Stelle e il professore Domenico Gattuso della lista L’Altra Calabria. Di campagna elettorale fino ad oggi ce n’è stata poca, se per campagna elettorale si intende la presentazione di programmi e progetti di chi aspira ad arrivare alla guida della Regione. Basta dare un’occhiata alla stampa regionale per leggere ogni giorno di movimenti ed esercizi tattici in tutte le coalizioni, ma di contenuti e programmi di governo se ne vedono ben pochi. Così come i riflettori puntati sui profili dei candidati e sulla loro fedina penale, lasciano aperte alcune questioni: dopo gli scandali, ci sarà la capacità dei partiti di entrambi gli schieramenti di autodisciplinarsi, di individuare da soli le “mele marce” possibilmente lasciandole fuori dal cesto della frutta e non ricollocandole in posizioni meno visibili? La paura del voto infettato c’è, così come la paura che chiunque andrà a governare non riesca a realizzare quella discontinuità non tanto per limiti del futuro presidente, ma per via di intrecci di potere troppo consolidati nel tempo e troppo convenienti a tutti. Dalla volontà di sciogliere questa matassa passa la possibilità per la nostra Regione di iniziare una nuova fase, qualunque giunta la governerà dal 24 novembre in poi. Ora, da quando le liste saranno ufficialmente presentate, ci attende il giro di boa della campagna elettorale. Sperando che contenuti e programmi non continuino ad essere i grandi assenti.