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La parola del Vescovo

I santi sono la prova che si può essere felici. La Chiesa di Santa Chiara diventa Rettoria. Affidata ai Fratelli della Via.

Paolo Emanuele · 9 anni fa

Monsignor Vescovo ha celebrato la Solennità di Tutti i Santi, nella Chiesa di Santa Chiara, affidata alle cure dei Fratelli Missionari della Via. Nella stessa celebrazione, è sta comunicata ai fedeli, l’erezione della Chiesa stessa in Rettoria e la nomina di Fra Umile come suo primo Rettore. Nell’omelia il Vescovo ha guardato ai Santi come uomini riusciti, che hanno seguito il Figlio di Dio. Le difficoltà attuali portano a dubitare sulla reale possibilità di essere felici. Ma i santi testimoniano che «La felicità allora è desiderare fin da ora di entrare in questa moltitudine di uomini, di donne e bambini, disposti a consegnare la vita, perché amati gratuitamente e attraversati dall’annuncio della Buona Notizia di Cristo, Kyrios, il Vittorioso. Cristiani che vivono una misura alta della vita cristiana, che riscoprono la forza dirompente del Battesimo e pertanto seguono a tutti i costi il Cristo».

Di seguito il testo dell’omelia.

In questa Solennità di Tutti i Santi, lodo il Signore per la nostra assemblea liturgica. Saluto Fra Umile e tutta la comunità qui presente che con generosità, ancora ai nostri giorni, testimonia e vive la bellezza del Vangelo sulle orme dei santi. Anche l’ufficializzazione dell’elevazione di questa Chiesa a Rettoria e la nomina a Fra Umile come Rettore, vuole essere un segno di incoraggiamento a seguire, nel seno della Chiesa, il Cristo povero per le vie e i crocicchi del nostro tempo. In questo giorno santo, la Chiesa fa memoria del suo futuro, fa presente la vita eterna. Siamo invitati perciò a contemplare, con stupore quello che dice Giovanni: “Fin d’ora siamo figli di Dio, chiamati ad essere simili a Dio, perché lo vedremo così come Egli è”.I Santi non sono un’esigua casta di eletti, ma una folla senza numero, verso la quale la liturgia oggi ci esorta a volgere lo sguardo. In tale moltitudine non ci sono soltanto i santi ufficialmente riconosciuti, ma i battezzati di ogni tempo e nazione che hanno seguito le orme dell’Agnello. Da qui i motivi di gioia e gratitudine per questi nostri fratelli, amici, modelli che ci hanno preceduto nella vita eterna. Anzi viene spontanea la domanda: quanti sono gli esseri felici? O meglio l’uomo può essere felice? Forse un po’rattristati dalla fatica del quotidiano, possiamo rispondere che gli uomini felici, sono stati e sono ancora una piccola minoranza, addirittura dubitiamo che un uomo possa essere veramente felice. Anche la stessa Scrittura sembra pensosa a riguardo, come nella vicenda Giobbe (il giusto afflitto) o nelle Lamentazioni dei Salmi. Invece, l’Apocalisse ci annuncia che gli uomini felici, cioè i santi, sono una moltitudine immensa, che nessuno può contare, di ogni razza, popolo e lingua (Ap 7,9). Chi toglie ogni dubbio, ogni perplessità? Cristo ha sparso il suo sangue per noi, amandoci gratuitamente. Questi santi cantano, perché sono ora nella patria. Ma come cantare in terra straniera? Come parlare di felicità e di canto quando intere generazioni vengono uccise in Oriente, schiacciate, emarginate, assaliti….eppure la liturgia di oggi testimonia che il cristiano è un uomo felice, perché con Cristo ha vinto la morte e alla fine potranno cantare, saranno una moltitudine immensa! Ma qual è il segreto? Come si sana questa contraddizione? Tutto si placa nell’Evangelo, nella Parola: “Beati” che disarma tutti e capovolge le situazioni umane. “Chi sono? Da dove vengono? - così sono chiamati i battezzati – sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti e le hanno rese candide nel sangue dell’Agnello! è la fedeltà dei cristiani che gioiosi affrontano le tribolazioni della storia. è la beatitudine dei poveri, degli afflitti, dei perseguitati. è la veste che l’uomo gratuitamente riceve e che vive la Pasqua di Cristo vittorioso sul peccato, sulla morte e la sofferenza. La felicità allora è desiderare fin da ora di entrare in questa moltitudine di uomini, di donne e bambini, disposti a consegnare la vita, perché amati gratuitamente e attraversati dall’annuncio della Buona Notizia di Cristo, Kyrios, il Vittorioso. Cristiani che vivono una misura alta della vita cristiana, che riscoprono la forza dirompente del Battesimo e pertanto seguono a tutti i costi il Cristo morto e risorto a cui va l’onore, la santità, la potenza e la gloria nei secoli dei secoli. Amen