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Tunisia: il Paese da cui era partita la Primavera Araba nel dicembre del 2010, ora vittima dell’attentato terroristico dell’ISIS

Cesare Natale Cesareo · 10 anni fa

Tunisia: il Paese da cui era partita la Primavera Araba nel dicembre del 2010, ora vittima dell’attentato terroristico dell’ISIS Il 18 marzo 2015, intorno le 11:00 dei terroristi di nazionalità tunisina con indosso le uniformi dell'esercito si sono asserragliati prendendo degli ostaggi nel Museo Bardo di Tunisi (uccidendo più di 20 persone tra cui 4 italiani), a pochi passi dal Parlamento, che proprio in quelle ore stava discutendo le leggi antiterrorismo. Il Terrorismo che ha colpito due giorni fa la Tunisia, ha colpito contemporaneamente la nascente democrazia araba e la sua fragile economia fondata sul turismo. Il Bardo è il simbolo della Tunisia, nel colpirlo i terroristi dello Stato Islamico hanno voluto colpire l'unico Paese in cui la rivoluzione araba ha avuto successo. Il Bardo, è uno dei più bei musei del Mediterraneo, raccoglie preziosi mosaici di epoca romana.

La Tunisia è il Paese da cui era partita la serie di rivoluzioni che alla fine del 2010, hanno sconvolto il Mediterraneo mettendo fine al regime decennale dei dittatori del Nord Africa. Ed è anche l'unico Paese che è riuscito ad eleggere liberamente il suo Parlamento e a formare un governo di unità nazionale in cui i laici di Nidaa Tounes e gli islamisti Ennahada sono riusciti a confrontarsi. In Egitto invece il dittatore Hosni Mubarak è stato sostituito con un colpo di stato nel 2013 dal collega Abdel Fattah al-Sisi che ha eliminato fisicamente e/o imprigionato tutti i principali islamismi del Paese senza distinzione tra terroristi e conservatori. E la Libia è discesa nel caos e nell'anarchia con due principali fazioni politiche che si contendono il controllo, ma, nel farlo stanno lasciando il territorio libero ai terroristi dell'ISIS.

Il problema è che da mesi la sicurezza è un enorme problema per la Tunisia, la criminalità è in aumento e il numero di tunisini partiti per raggiungere i vari gruppi dell'ISIS in Siria e in Libia è altissimo: almeno tremila persone, ma c'è chi ne stima settemila. Le risorse economiche e le forze di polizia non sono sufficienti, perfino un obiettivo sensibile come il museo (più importante del Paese) che si trova per lo più nello stesso piazzale del parlamento, è stato lasciato scoperto, facile preda di uomini armati.

Per far ripartire l'economia e offrire una speranza ai milioni di giovani tunisini disoccupati il Governo Tunisino aveva lanciato lo scorso autunno una vasta campagna per il rilancio del turismo, puntando tutto sull'imminente stagione estiva. Adesso questo attacco non solo mina ogni sforzo pubblicitario compiuto negli ultimi mesi ma rischia anche di dare corda ai fautori della contro-rivoluzione, ovvero a coloro che sostengono che la democrazia non sia un sistema politico possibile in un Paese arabo e che si debba ritornare a uno stato di polizia a una dittatura.