·

La parola del Vescovo

Avvio dell’anno sociale da parte dell’Unione cristiana imprenditori dirigenti lametina

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

Il 31 Ottobre alcuni delegati dell’Ucid lametino, con quelli provenienti da tutta Italia, sono stati ricevuti da Papa Francesco nella sala Nervi in Vaticano. Il Papa ha esortato tale associazione ecclesiale, riconosciuta dai Vescovi, a vivere la fedeltà alle istanze evangeliche e alla Dottrina sociale della Chiesa in famiglia, al lavoro e nella società e li ha incoraggiati a vivere la vocazione imprenditoriale nello spirito proprio della missionarietà laicale. L’Ucid: Unione cristiana imprenditori dirigenti, organizzazione regolata dalle norme del Codice di diritto canonico, è nata in Italia nel 1947 e da alcuni anni è presente anche a Lamezia Terme e venerdì 6 Ottobre alle 18,30 al seminario vescovile della città, ha inteso organizzare un incontro per dar avvio al nuovo anno sociale. Erano presenti come relatori: Francesco Boccia presidente della commissione bilancio della camera dei deputati, Alberto Falini, professore di economia e gestione delle imprese all’università degli studi di Brescia, Daniele Rossi, presidente Confindustria Catanzaro, Alberto Statti presidente Confagricoltura Calabria, Sua Eccellenza il vescovo Luigi Antonio Cantafora. L’incontro è stato moderato da Daniele Maria Cirianni presidente dell’Ucid lametino. Ha spiegato Cantafora: «L’Ucid è presente da anni a livello nazionale ma è nato solo qualche anno fa in città. Qui ha posto le sue radici imprenditoriali cristiane dirigenziali, al fine di portare avanti una imprenditoria etica con alla base la Dottrina sociale della Chiesa che mette al centro la persona ed il bene comune, attraverso il lavoro sano, volano per lo sviluppo della nostra terra calabra. è stata Nelida Ancora, nata a Buenos Aires da genitori calabresi, che apparteneva all’Ucid di Roma a portare tale realtà qui a Lamezia per porre nel cuore dell’imprenditoria germe di eticità, legalità, bene comune che attraverso l’impegno possa apportare crescita sociale». Secondo il presule:«Il volano per la crescita della Calabria è rappresentato dagli imprenditori. Intenzione della Diocesi è aprire una scuola per formare giovani imprenditori». Nel corso della serata si è parlato dell’importanza per qualsiasi imprenditore di guardare al di là dei meri interessi economici che esaltino l’individualismo e non tengano conto della collettività per rispettare il contesto in cui si lavora e far sì come ha spiegato Falini che l’impresa venga vista come bene pubblico a servizio della comunità. Per Statti e Rossi: «Non ci può essere impresa staccata dal contesto». è emerso come in Calabria far impresa sia proprio una missione, dato il difficile contesto sociale. Secondo Boccia per far decollare il proprio territorio: «Bisogna acquistare prodotti made in Italy. La Calabria ha bisogno di aeroporti non isolati, università in grado di formare giovani, trasporti efficienti, valore sociale. Abbiamo bisogno di emancipare l’economia degli intermediari. Fai ti do. Fingi di fare? Finisci in galera. Evadi le tasse? Vai in carcere. Emancipare le imprese dalla burocrazia, dalla politica. Se le cooperative diventano una scorciatoia per prendere contributi, ciò è controproducente per le imprese che sono in buona fede. Se qualcuno lavora per mero business e non per l’interesse della collettività, costui va denunciato. Confido nella nuova generazione dei digitali. Il mondo è cambiato dobbiamo mettere i giovani in grado di fare una impresa no profit, di intercettare le novità dei tempi, ma non possiamo consentire di far l’imprenditore solo a chi sta bene economicamente ma anche all’indigente, a chi non può pagarsi gli studi, la sfida è collettiva».