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Parrocchie news

Il saluto di padre Antonio Casciaro ai minimi di Sambiase

Gigliotti Saveria Maria · 8 anni fa

“In questi sei anni il momento più difficile è proprio questo del congedo da questa comunità, che mi ha accolto all’inizio come diacono; poi sono stato ordinato sacerdote. A Sambiase è stata la mia prima esperienza: tre anni da sacerdote e tre anni a guidare questa comunità”. Così padre Antonio Casciaro giovedì sera nella Chiesa Matrice durante la Messa di ringraziamento al Signore per i sei anni di ministero pastorale trascorsi nella comunità religiosa dei padri Minimi di Lamezia Terme/Sambiase al servizio delle parrocchie San Pancrazio e San Francesco di Paola, dove in particolare ha curato la formazione dei giovani. Casciaro è stato trasferito al Santuario di Paola dove, oltre ad essere terzo assistente nella Provincia monastica della cittadina che ha dato i natali al santo Taumaturgo, curerà anche il servizio di pastorale giovanile. “Una celebrazione – ha proseguito padre Antonio - nella quale il mio cuore è in questo momento pieno di sentimenti contrastanti: da una parte c’è la tristezza di lasciare questa comunità, dall’altra c’è la consapevolezza che siamo servi di Dio e siamo chiamati ovunque ad annunciare la Parola. Ora il Signore mi chiama a servirLo in un’altra comunità; so quello che lascio ma non so quello che trovo; ma parto con fede”. Alla Santa Messa hanno concelebrato padre Vincenzo Arzente e padre Ivano Scalise, gli altri due confratelli rimasti al convento di via della Pace, dopo la partenza avvenuta nel primo pomeriggio dello stesso 13 ottobre di padre Antonio Bonacci, trasferito a Catona, in provincia di Reggio Calabria, e in attesa dell’arrivo del nuovo superiore – proveniente dal Santuario di Paola-, nella persona di padre Giovanni Sposato. Rivolgendosi ai fedeli riuniti nella Chiesa Madre, padre Antonio Casciaro li ha spronati come comunità ad “andare avanti; dovete continuare a camminare, progredendo di bene in meglio, come diceva San Francesco di Paola”. Quindi, ha ringraziato il Signore “perché non ci sono stati momenti in cui non si è ricercato di fare il bene. Me ne vado trasformato. Non ho fatto niente di straordinario, è tutto opera di Dio; spero di aver fatto solo il mio dovere”. Il grazie lo ha esteso “ai confratelli, alla comunità religiosa e a tutti quelli che hanno collaborato in questi anni. Non ho vissuto mai con pretese il mio ministero – ha aggiunto - . Chiedo perdono di quello che non sempre sono riuscito a fare o a dare l’attenzione dovuta a chi il Signore mi ha fatto incontrare. Diceva Madre Teresa di Calcutta, ora Santa: Non contano tanto i risultati, ma conta l’amore che ci mettiamo nel raggiungerli”. E poi, un ultimo pensiero: “Pregherò per tutti quelli che ho incontrato e che oggi non ci sono più. Vi chiedo solo una preghiera, che è l’anima della vita di un sacerdote: pregate per me!”. Un pizzico di commozione, qualche lacrima tra i presenti. All’offertorio sono stati donati a padre Antonio un quadro con un collage di foto dei vari lavori da lui fatti eseguire nelle due parrocchie (San Pancrazio e San Francesco) e un pannello consegnatogli dal gruppo giovanile con un mosaico di foto sui campi scuola, momenti di preghiera e ricreativi vissuti insieme a lui. Prima della benedizione finale, in rappresentanza della comunità parrocchiale Lidia Macrì ha dato lettura di una missiva di ringraziamento a padre Antonio (che gli ha poi consegnato) per tutto quello che ha dato e formato in questi anni, assicurandogli la vicinanza nella preghiera da parte della comunità stessa. Quindi, c’è stato il saluto degli altri due concelebranti, facenti parte della comunità religiosa del convento di via della Pace. “Oggi la comunità è stata un po’triste – ha detto padre Ivano Scalise - : alle tre del pomeriggio padre Antonio Bonacci è partito per Catona, dove è stato trasferito; e stasera il saluto di padre Antonio Casciaro. Mi limito ad invocare la benedizione di Maria, perché questa giornata di partenze e saluti non è stata scelta a caso: oggi è il 13 ottobre, ma 99 anni fa avvenne l’ultima apparizione a Fatima”. Poi ha preso la parola l’altro confratello, padre Vincenzo Arzente: “Ora guardando al Santuario di Paola – ha evidenziato - , con padre Antonio avremo un punto di riferimento in più. Siamo più che certi che rimarrai scolpito nel cuore e nella mente di ciascuno di noi, ma adesso ti rimetti in cammino verso un qualcosa di più grande”. In questi giorni che hanno preceduto le partenze dei due confratelli, anche il Terz’Ordine dei Minimi/Fraternità di Sambiase, per bocca del suo correttore Gennaro Calidonna, ha voluto esprimere la vicinanza nella preghiera ai due padri: “Tempo di cambi, di addii e nuove partenze. Ogni distacco ha una duplice dimensione - ha detto nel suo saluto - . è fonte di sofferenza, perché infrange alcune relazioni umane, ma la rinuncia, dover ‘tagliare’per ‘ripartire’altrove, è anche la radice della sua identità di apostolo del Regno di Dio. La verità – ha aggiunto il correttore di fraternità - è che il Sacerdote non ‘si appartiene’e non ‘appartiene’alla sua gente se non per fede. Davvero strana e bella è la vita del Sacerdote: chiamato ad amare le persone di cui è pastore ad una ad una, amarle fino in fondo, ma amarle gratuitamente, senza legarsi ad esse!”. Calidonna dopo aver ringraziato in particolare padre Antonio Casciaro, che è stato l’assistente spirituale di fraternità, “per esserti fatto disponibile al progetto di Dio, perchè sei stato segno di Lui in mezzo a noi”, ha così concluso: “Dire grazie ad un sacerdote è dire grazie a Dio per essersi preso cura del suo gregge, attraverso una persona, un volto, una voce, un cuore; è riconoscere che il Signore non smette mai di essere presente e di farsi vicino nel cammino della vita di ognuno, dall'inizio alla fine, nelle gioie e nelle sofferenze”.