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Una vita che invita

Sant'Agostino e la continua ricerca di Dio

Salvatore D'Elia · 7 anni fa

Della filosofia di Sant’Agostino affascina la ricerca continua di Dio. Narra la sua vita nelle Confessioni: una vita segnata dalla inquieta ricerca della verità. Ebbe a scrivere: «che cosa desidera l'uomo più fortemente che la verità?» Solo in Dio e in nessun altro bene finito e creato, trova appagamento il desiderio di felicità che muove l'uomo. “Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero se poi perde o rovina sé stesso?” Avverte che per poter cambiare il mondo prima deve cambiare se stesso. Arriverà a concludere che Dio “è dentro l’uomo stesso”. La sua opera più bella sarà “le Confessioni”; il titolo ci riporta alla punto di partenza di Sant’Agostino che è “ il vedere se stessi, il riflettere se stessi, il confessarsi”. Sostiene che l'uomo ha la possibilità di scegliere fra vie diverse ma solo la grazia di Dio che realizza la libertà spinge gli uomini a scegliere e perseguire il bene. Il problema del male attanaglia Agostino fin dalla giovinezza. Il manicheismo considera il male contrapposto al bene. Egli supera il dualismo e identifica Dio col sommo bene ipotizzando “il male come creazione di Dio, in opposizione a Dio e come mancanza e lontananza da Dio. Sostiene che il male è necessario quanto il bene perchè un mondo con solo il bene sarebbe un mondo non reale e non libero; bene e male sono correlati poiché il male è la mancanza di bene, una colpa umana che deriva dalla paura e dal rifiuto di Dio”. Per Agostino esistono tre tipi di male : il male metafisico, il male morale e il male . Solo Cristo consente alla conoscenza umana di raggiungere uno stato di certezza e di stabile verità mediante l'illuminazione. Sant’Agostino ha una meravigliosa rappresentazione della Trinità e crea una analogia tra Trinità e anima dell’uomo. L’anima secondo Agostino, pur essendo una , è composta di tre facoltà distinte: la memoria, l’intelligenza e la volontà. La triplice facoltà dell’anima trova corrispondenza nella Trinità delle persone, Padre, Figlio e Spirito Santo. L'uomo è uno e trino, in quanto esiste (esse: Padre); conosce (nosse: Figlio), ama (velle: Spirito Santo). Esse, nosse, velle (esistere, conoscere, volere) sono tre certezze che superano il dubbio. Basandosi sulle sue sole forze conoscitive naturali l'uomo non andrebbe lontano: gli manca un "centro di gravità permanente", che gli consenta di giudicare in modo stabile e adeguato la realtà che è oggetto della sua esperienza. Una domanda assilla Agostino prima della conversione: “cosa facesse Dio prima di creare il cielo e la terra !”. Ecco la sua risposta dopo anni di studi e tormenti: “Dio è eterno ed è creatore di ciò che è nel tempo ed è creatore del tempo stesso”. Agostino sostiene che dai tempi della creazione esiste una lotta perenne tra il regno di Dio e il regno di Satana. Le definisce città/regno mai nettamente distinguibili nella storia dell’umanità. Mai nessuno ha dominato ma hanno convissuto e convivono tuttora nell’uomo. Con la resurrezione dei morti ed il giudizio finale, sarà chiaro a quale città abbiamo aderito, se a quella celeste o a quella di Satana. Nella vita l’uomo cerca di intuirlo solo se interroga se stesso con sincerità e con l’aiuto dello Spirito che lo illumina nel vedere i comportamenti e lo aiuta nel correggersi alla ricerca del bene e non del peccato. Nei suoi scritti Agostino combatte i manichei sostenendo l’importanza della Verità. Il pensiero manicheo esalta il Dio del bene e disprezza la vita terrena; non accetta le Sacre Scritture del vecchio testamento credendo in forze oscure e altri miti. Agostino afferma che la Verità è nell'animo dell'uomo; il bene è l'unica realtà esistente, mentre il male è, all'opposto, l'assenza di essere. Agostino si ispira ai temi di Platone e li adatta alla luce della concezione cristiana. “La vita interiore e intellettuale è data dalla luce divina che è dentro noi ed è fonte di Verità”. Agostino combatte anche il Donatismo; Donato di Case Nere sostiene che la Chiesa è una comunità di perfetti che non devono avere contatti con autorità civili. Le autorità religiose che tollerano o ammettono tali contatti, perdono la capacità di amministrare i sacramenti, i fedeli devono considerarli come traditori e rinnovare i sacramenti ricevuti da esse. Agostino interviene nei concili di Cartagine del 403 e 411 e afferma la validità dei sacramenti, indipendentemente dalla persona che li amministra perchè è Cristo che opera attraverso il sacerdote. Secondo Agostino solo Dio può salvarci, tutto dipende da Lui perché ci ha amati e ha dato se stesso per noi. Agostino dopo i Manichei ed il Donatismo, combatte anche Pelagio che sostiene che “l’uomo da sempre è capace di operare il bene senza l’aiuto della Grazia e la redenzione in Cristo. Risponde agostino “che tutti abbiamo bisogno della Grazia divina per salvarci”; “solo la Misericordia di Dio restaura l’anima della natura umana che, di per sé corrotta, merita la dannazione. Nei confronti di Dio l’uomo non ha meriti propri, poiché i meriti sono doni provenienti da Dio.