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(Dia)logos

I proverbi come mare magnum d'ambiguità

Francesco Polopoli · 4 anni fa

Ricorrere a un proverbio per sciogliere un dilemma etico, talvolta, è roba da grattacapi: il dubbio amletico, infatti, al riguardo, si fa piuttosto profondo. Perché? Osserviamo alcuni detti popolari per delinearne il problema: «Chi ha tempo non aspetti tempo» vs «La fretta è una cattiva consigliera», «Chi fa da sé fa per tre» vs «L'unione fa la forza», «Finché c'è vita, c'è speranza» vs «Chi vive sperando, muore disperato», «Chi va piano va sano e va lontano» vs «Chi tardi arriva male alloggia», «Chi si somiglia si piglia» vs «Gli opposti si attraggono». Basta una breve carrellata paremiologica per dedurre, facilmente da soli, visioni diametralmente opposte. Non serve la sapienza salomonica, per cogliere il contraddittorio, è così evidente! La somma si tira da sé senza far interferire le inferenze comunicative del caso, al netto delle deduzioni più immediate, vero!? Qualche riflessione mi preme fare, a questo punto, salvaguardando la chiara duplicità di non pochi nostri detti: i proverbi, a mio avviso, inseguono la vita in tutte le sue contraddittorie sfaccettature. Un po' come il bene ed il male per farne specularità, ognuno si scherma con la sua virtù ed il suo vizio. Al di là di tutto questo, comunque, la sapienza e l'insipienza popolare hanno una poesia formidabile capace di suturare liricamente un'avvincente (o non convincente) coincidentia oppositorum. Altra cosa, invece, è la sapienza biblica, metricizzata sul solco di un Verbo che non lascia fraintendimenti: le aspettative in prospettiva, se ad essa ci si affida, stanno nella capacità di discernimento e questo non è poco, eh già!
Curioso, poi, il fatto di poter appaiare ai Testi sacri succitati nostre espressioni popolari («‘Ntricati ccu li meglji ‘i tia e fhacci ‘i spisi» o «Pane e cipulla») come riverbero di grazia sapienziale: del resto, «Vox populi, Vox Dei» sentenziavano i nostri Progenitori («Voce di popolo, voce di Dio»). Con qualche cautela, magari, e sotto il controllo di un bravo formatore, che è meglio. Se, e mi concludo, i nostri aforismi vernacolari (e non solo) danno un'illusione di verità, mantenendo un confine labile tra posizioni diverse, allora è preferibile scartabellare la nostra Bibbia per agire «con cuore (più) intelligente» (1 Re 3:7-9). Dio si è compromesso per la salvezza degli uomini – dice l'Arcivescovo mons. Alfredo Battisti – ma non accetta compromessi, ricordiamocelo bene per il nostro meglio.