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Mater Ecclesiae

La Vergine Maria nel tempo della Quaresima

Don Giuseppe Fazio · 3 anni fa

La Quaresima è il periodo di quaranta giorni che prepara i fedeli alla celebrazione della Pasqua. Inizia con il Mercoledì delle Ceneri e termina il giovedì santo prima della S. Messa “nella Cena del Signore”, con la quale inizia il Triduo Pasquale. La “Sacrosantum Concilium” al numero 109 evidenziando il duplice carattere della quaresima, che consiste nel «ricordo o preparazione al battesimo e nella penitenza», invita tutti «i fedeli all'ascolto più frequente della parola di Dio e alla preghiera», soprattutto liturgica. Poi, invitando i predicatori a offrire catechesi volte a «inculcare nell'animo dei fedeli, insieme con le conseguenze sociali del peccato, quell'aspetto particolare della penitenza che detesta il peccato come offesa di Dio», sottolinea il ruolo della Chiesa nell'azione penitenziale e la sollecitudine della preghiera per i peccatori. Pertanto la Quaresima è un tempo in cui il credente, con la grazia del Signore, lotta contro i peccati e contro lo spirito del male che vuole portare l'uomo verso l'infelicità e la lontananza da Dio; tempo di opere di carità da compiere verso il prossimo ricordando che Dio non si stanca di perdonare e di offrire gratuitamente la sua misericordia; tempo propizio per la conversione del cuore e per accompagnare e seguire Gesù che si offre per la salvezza del mondo. Così il cristiano si incammina, attraverso il pellegrinaggio quaresimale, verso la Pasqua del Signore, centro di tutto l'anno liturgico.
Giovanni Paolo II, il 15 agosto 1986, ha fatto pubblicare da parte della Congregazione per il Culto Divino la “Collectio Missarum Beatae Mariae Virginis”, cioè un nuovo libro liturgico, comprendente quarantasei Messe in onore della Beata Vergine Maria, con le relative letture: «La raccolta di messe della beata Vergine Maria, approvata dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II [...], si propone soprattutto di favorire, nell'ambito del culto della beata Vergine Maria, celebrazioni che siano ricche di dottrina, varie quanto all'oggetto specifico, e che commemorino correttamente i fatti di salvezza compiuti da Dio Padre nella beata Vergine, in vista del mistero di Cristo e della Chiesa» (Introduzione, n. 19). Quindi la “Collectio” evidenzia più che mai la presenza di Maria nel mistero di Cristo, e sottolinea la esemplarità concreta con la quale in ogni tempo dell'Anno Liturgico la Chiesa dovrebbe vivere i misteri del suo Signore, con gli occhi rivolti a Colei che per prima ha partecipato, collaborando, ai misteri della nostra redenzione, resi presenti nell'Anno Liturgico.
Per il tempo di Quaresima sono presenti cinque formulari (che vanno dal numero 10 al numero 14):
- “Santa Maria discepola del Signore”. La Madre del Signore è venerata quale «modello di chi accoglie la parola» e come la «prima e più perfetta discepola». È messa in luce l'importanza della «parola di Dio» o della «parola di salvezza» nella vita dei discepoli che guardano alla Vergine come modello di colei che custodisce nel cuore le parole del Signore.
- “Maria Vergine presso la croce del Signore (I)”. I testi della Messa presentano il mistero della passione di Cristo, che continua «nelle membra piagate del suo corpo, che è la Chiesa». Ricorrono le parole di san Paolo: «Completo nella mia carne ciò che manca ai patimenti di Cristo, a favore del suo corpo che e la Chiesa» (Col 1,24). La vergine Maria è presentata come cooperatrice della redenzione, madre compassionevole associata al sacrificio del Figlio, nuova Eva e modello della Chiesa, che contemplando la Vergine intrepida, «conserva intatta la fede data allo Sposo».
- “Maria Vergine presso la croce del Signore (II)”. In tale Messa risuona la voce profetica di Simeone, che accomunando la sorte del Figlio e della Madre annuncia che il Cristo sarebbe stato segno di contraddizione, e che la spada del dolore avrebbe trafitto l'anima della Vergine. La beata Vergine Maria, giustamente celebrata per la sua partecipazione alla passione, rimase presso la croce del Signore «salda nella fede, forte nella speranza, ardente nella carità». I fedeli glorificano la Vergine Maria che, mentre «senza doglie aveva partorito il divin Figlio», sopportò atroci dolori per rigenerare gli uomini alla vita divina e «senza morire meritò la palma del martirio sotto la croce del Signore». C'è anche un invito alla gioia per tutti coloro che partecipano «alle sofferenze di Cristo» perché giungeranno alla «gloria della risurrezione».
- “Affidamento della beata Vergine Maria”. In tale Messa è ricordato il testamento di Gesù morente sulla croce con il quale «affidava alla Vergine Maria tutti i discepoli quali figli», e ai discepoli consegnava la Madre. L'affidamento è parte del mistero della passione di Cristo e della compassione della Vergine, infatti la liturgia richiama la Vergine Maria, che «ai piedi della croce volgeva lo sguardo pieno di amore alle piaghe del suo Figlio, da cui è scaturita la redenzione del mondo», e pone sulla sua bocca le parole dell'Apostolo: «Sopporto ogni cosa per gli eletti, perché anch'essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna» (2 Tm 2,10).
-“Maria Vergine madre di riconciliazione”. Risuonano in questa Messa le parole di san Paolo: «vi supplichiamo in nome di Cristo; lasciatevi riconciliare con Dio» (2 Cor 5,20). La Chiesa ha sempre riconosciuto il ruolo della beata Vergine Maria nella riconciliazione con Dio e quindi i fedeli ricorrono fiduciosi all'intercessione della beata Vergine per ottenere la «grazia della riconciliazione» venerandola con il i titoli di «Rifugio dei peccatori» e «Riconciliatrice dei peccatori».