·

Psicologia e dintorni

Covid e cyberbullismo

Lia Pallone · 3 anni fa

Mai come in questo tempo di pandemia, bambini ed adolescenti hanno avuto continuo accesso alla rete: la didattica a distanza, il poter mantenere le relazioni amicali, il contrastare la noia per la solitudine amplificata dal lockdown, gli acquisti online, ecc. tutto ha reso necessario, esagerato ed in molti casi ancor più “perverso” che prima l'uso del digitale.
Tra le maglie della perversione dilagante la fondazione “Carolina” fondata da Paolo Picchio in nome della figlia Carolina, prima vittima del cyberbullismo in Italia, segnala che già nell'aprile 2020, pertanto nel primo lockdown, i casi di cyberbullismo sono stati 121 con vittime tra i ragazzi, 89 con vittime fra gli insegnanti, 9 casi di sexting e 4 di revenge porn, 23 i gruppi su telegram in cui vengono diffuse immagini su minori con anche 1 episodio di adescamento.
Ma il fenomeno è in netta crescita, come dichiara anche l'Unesco, denunciando un aumento esponenziale di violenze e odio online, perché la “ vittima”, in tal caso, può essere raggiunta dovunque.
I dati, inoltre dicono che le ragazze sono maggiormente vittime di cyberbullismo e gli adolescenti più grandi più di quelli piccoli.
Gravi sono le conseguenze sulla salute psicologica della vittima (disturbi d'ansia, depressivi, sent. di inadeguatezza, sentimenti persecutori di diversa intensità con risvolti anche sul piano fisico (disturbi della sfera alimentare e manifestazioni autolesionistiche) che se non trattati precocemente, possono incistare patologiche strutture di personalità. E non solo : l'abbandono scolastico è un altro dei drammatici risvolti che compromettono la formazione educativa e comportano un calo delle competenze scolastiche che si riflette, inevitabilmente, nella qualità espressa, più tardi, nel mondo del lavoro.
Per prima cosa, è opportuno esplicitare le diverse forme di cyberbullismo per comprendere la complessità del fenomeno:
- Flaming: le battaglie verbali online attraverso messaggi violenti e volgari associati ad insulti;
- Harassment: i ripetuti messaggi insultanti e volgari attraverso varie modalità del web o attraverso i cellulari; le telefonate mute risultano particolarmente inquietanti e minacciose.
- Cyberstalking: l'harassment in tal caso diventa così ossessivo ed intimidatorio da far temere la vittima per la propria incolumità fisica; diventando ancor più intrusivo a seguito di interruzioni di rapporti sentimentali.
- Denigration: l'attività offensiva mira a danneggiare la reputazione e la rete amicale di un coetaneo al fine di denigrarlo, ridicolizzarlo, isolarlo .
-Impersonation: l' impadronirsi dell'account di un amico e pubblicare al suo posto contenuti che, nel dare una cattiva immagine di sé, mettano a repentaglio la reputazione e la rete amicale.
- Outing e tryckery : dopo un periodo di apparente amicizia e acquisite informazioni riservate sul conto della vittima predestinata, il cyberbullo procede con la pubblicazione di tutti i contenuti “imbarazzanti” in suo possesso, foto riservate e qualsiasi elemento intimo che possa mettere alla berlina la vittima, con diffusione incontrollata sul web.
-Exclusion : molto frequente è la cancellazione della vittima da gruppi on line, da chat o da videogiochi , una prepotenza detta “bannare”.
- Cyberbashing: violenza che ha inizio nella vita reale, ad esempio un'aggressione ripresa col telefonino, video poi pubblicato sul web e fatto oggetto di votazione e, se più votato, consigliato perché diventi virale.
Avere conoscenze delle diverse forme comprese in questo fenomeno può aumentare la competenza del genitore nell'ascolto attento dei propri figli che, anche quando taciturni e apparentemente poco inclini al dialogo, inviano messaggi di disagio alllarmante nel trovarsi in una o più delle condizioni descritte.
Quanto fare per arginare il fenomeno sarà oggetto del prossimo articolo.