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Movimenti e Associazioni

Acli, il presidente Bottalico a Lamezia per i 50 anni dell'associazione

Paolo Emanuele · 11 anni fa

Rimettere il lavoro al centro, a partire dal riconoscimento della dignità inalienabile dell’uomo. E’il messaggio lanciato dal Presidente nazionale delle Acli Gianni Bottalico intervenuto a Lamezia Terme in occasione della cerimonia per i 50 anni del circolo Acli di Lamezia e del Convegno Diocesano di Apertura dell’Anno Pastorale. Prendendo spunto dai documenti del Concilio Vaticano II, del quale nel corso del Convegno sono stati ricordati i 50 anni dall’apertura, Bottalico ha parlato delle Acli come “una delle forme con cui i credenti laici possono impegnarsi nella società secondo lo spirito conciliare di una Chiesa solidale con l’umanità, di una Chiesa che condivide le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi”.

Quale dev’essere l’impegno dei credenti di fronte allo scenario attuale, di fronte a una crisi globale che ha sconvolto i sistemi economi ereditati dal Novecento? Per Bottalico i credenti impegnati nel sociale “devono riscoprire la tradizione del cattolicesimo sociale”, puntare a “una nuova progettazione politica che metta al centro il lavoro che è inseparabile dalla dignità del’uomo, come ci ha ricordato Papa Francesco a Cagliari affermando che non c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per tutti”.

Le Acli guardano al futuro attingendo ai valori di sempre, ai valori della Dottrina Sociale della Chiesa, riferimenti imprescindibili per affrontare le sfide del nostro tempo.

“Occorre” – ha detto Bottalico – “invertire la competizione globale che in nome del profitto contrare le retribuzioni dei lavoratori e i loro diritti fondamentali”; serve “sciogliere il nodo del rapporto tra politica ed economia perché la politica si riappropri del suo ruolo e non permetta che sia la finanza deregolamentata a governare il mercato”; occorre un impegno per la defiscalizzazione del lavoro, per favorire l’ingresso dei giovani, e il contrasto all’evasione fiscale che genera quella “grande ingiustizia per cui i piccoli imprenditori sono supertassati e gli evasori riescono a farla franca”.

Il pensiero sociale cristiano, dunque, dalla parole di Gianni Bottalico si traduce in scelte concrete di politica economica che – ha aggiunto – “vogliono tentare di cambiare uno scenario che ha fatto si che la ricchezza e il potere reale siano concentrati nelle mani di pochi”.

Sulla scia del Magistero sociale della Chiesa, degli interventi del Beato Giovanni Paolo II, di Papa Benedetto XVI e di Papa Francesco, per il presidente delle Acli il ruolo dei cristiani nel mondo dev’essere quello di “rivestire i tratti della regalità di Cristo che è una regalità di servizio e di dono di sé”, essere “portatori di speranza”, “perché nostro compito è portare la speranza stessa che è Gesù Cristo, agli uomini e alle donne del nostro tempo”.

Nel corso della cerimonia per i 50 anni delle Acli, alla presenza del Vescovo Mons. Luigi Cantafora, del Presidente regionale delle Acli Saverio Sergi, del presidente del Circolo “Don Saverio Gatti” Pino Campisi e dei rappresentanti provinciali e regionali dell’associazione, Gianni Bottalico ha affermato che “compito delle Acli è creare coesione, tenere insieme questo paese attraverso un’azione di prossimità sul territorio e solidarietà”.

“Come ci esorta Papa Francesco” – ha aggiunto – “non dobbiamo temere di sporcarci le mani con l’impegno politico, non perché la politica sia una cosa sporca ma perché chiama in causa seriamente la nostra responsabilità”.