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Liturgia

Le due Città

Rosario Dara · 11 anni fa

Riflessione in occasione della prossima Commemorazione dei Defunti del direttore, prof. Ugo Caravia Il rispetto per i cari che ci hanno lasciato è ovunque uno degli aspetti più profondi della religiosità popolare che anche qui da noi, si traduce in un esemplare atto di amore, di fede e di preghiera verso i trapassati. Un generale comportamento, ad un tempo cristiano e civile, che a Lamezia è caratterizzato da molta compostezza come evidenzia l'accurata manutenzione delle tombe e dei loculi dei colombari, dignitosi e puliti.

Frutto anche di una diligente ed evidente opera di abbellimento dei tre cimiteri cittadini, impostata con serietà da quanti, a vario titolo lavorano in questo specifico settore. A completamento dell'impegno costante dei congiunti dei defunti grazie al quale i camposanti della Piana si presentano, non solo in questa stagione, come luoghi che invitano alla preghiera ed al raccoglimento; come, del resto, deve essere per ogni sacra "città dei morti" la città del passato, sigillata da un grande muro e da cancelli che la separano dall'altra città, quella della vita, che, per i credenti, alza, proprio tra le tombe, il suo più stupendo canto pasquale; che Gesù è risorto perché anche noi risorgessimo, dopo "sora nostra morte corporale".

Due città indivisibili. L'uomo di oggi non può non rendersi conto di camminare su un tracciato disegnato dagli antenati. sono essi che hanno fatto la città di oggi, non solo costruendo case e strade e ponti, ma formando gran parte degli uomini che ora stanno di qua dal quel muro e da quei cancelli. Un tracciato nel quale si sono impegnati tutti insieme quelli che ci hanno preceduto (padri, madri, spose, fratelli ed anche coloro che forse più nessuno ricorda) contribuendo alla formazione di costumi, di doti innate, di caratteri e temperamenti. Da qui il rapporto umano tra le due città, sereno e dolce per tutti, per i credenti in particolar modo. Un legame che nel caso che ci occupa, è rilevabile anche sotto il profilo, come dire, strutturale. Via via che le esigenze lo hanno richiesto, per risolvere i problemi piccoli e grandi che si creavano con il passar degli anni (si pensi alla quasi totale sostituzione delle sepolture nei campi in terra comune), i tre camposanti cittadini hanno richiesto interventi di progressivo adeguamento anche sotto il profilo dell'ampliamento delle aree sepolcrali, superando le norme dettate dai noti decreti napoleonici che imponevano le sepolture in recinti appartati e chiusi (per ragioni sanitarie si scrisse), operando così la ripresa di un nuovo contatto tra le due città. Nel cimitero dell'ex Nicastro, ormai da tempo," la città dei morti" e quella dei vivi hanno accorciato le distanze tra l'una e l'altra, risultando così anche meno "estranee" tra loro. Negli altri due cimiteri della Piana sembra già avviato un processo del genere.

Don Enzo Pujia da circa un lustro, per incarico del vescovo mons. Cantafora, provvede quale cappellano ai servizi religiosi nell'ambito del cimitero ex Nicastro. In un colloquio ha sottolineato il crescere della devozione e del rispetto dei lametini verso il culto dei morti. Il sacerdote ha parlato di pie quotidiane visite, più frequenti nei giorni festivi. Per i prossimi giorni in occasione della commemorazione dei defunti sarà notevole l'affluenza dei visitatori, sia di residenti che di persone che trasferite in un'altra città tornano per un saluto ai loro cari defunti. Restando al cimitero di Nicastro, il cappellano ha evidenziato che nella sua cerchia allo stato manca un luogo aperto a quanti intendono sostare per un momento di meditazione, oltre che per rispondere alle necessità della cappellanìa. Don Pujia ha sottolineato come la soddisfazione di questa esigenza risponda ad un più volte espresso desiderio del Vescovo, S.E. mons Cantafora. Comunque don Pujia non rinunzia al pensiero della costruzione di un piccolo tempio che risponda alla bisogna, "un sacro luogo - dice - degno della città e almeno sufficiente per raccogliere i fedeli che il primo sabato di ogni mese si recano al cimitero per uno dei diversi appuntamenti di culto e per ascoltare la Santa Messa".