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La parola del Vescovo

Mons.Cantafora presenta la lettera pastorale

Paolo Emanuele · 10 anni fa

“le parrocchie cambino la modalità di presenza sul territorio” “Le nostre parrocchie devono cambiare la modalità della loro presenza sul territorio”, essere capaci “di andare verso le periferie”, animate da quella “pace dell’inquietudine di cui ci parla Papa Francesco che ci porta non a conservare le cose, ma ad annunciare alla società di oggi Cristo morto e risorto”.

Così il Vescovo Mons. Luigi Cantafora presentando ieri sera, nel salone parrocchiale della Chiesa di San Raffaele Arcangelo, di fronte a tanti sacerdoti e laici delle diverse parrocchie della città, la Lettera Pastorale a conclusione dell’Anno della Fede dal titolo “Cristo si tocca con la fede, Cristo viene visto con la fede”. La fede come incontro reale con Gesù Cristo, unico guaritore e salvatore dell’uomo; l’urgenza di rinnovare lo slancio missionario delle comunità parrocchiali; la possibilità di “toccare” Dio ancora oggi nella Parola, nei Sacramenti, nei fratelli che soffrono; la missione della Chiesa di essere segno del perdono di Dio e della riconciliazione con l’umanità. Questi i temi salienti della Lettera Pastorale che Mons. Cantafora consegna alla Diocesi al termine dell’Anno della Fede proclamato da Papa Benedetto XVI, segnato da momenti importanti anche nella Chiesa lametina, numerose occasioni di preghiera e di formazione per far maturare una fede più convinta e più coraggiosa nel confrontarsi con le sfide del nostro tempo. Al centro della lettera del Vescovo, l’immagine evangelica della donna emorroissa che tocca il lembo del mantello di Gesù e viene guarita dalla sua malattia e salvata. Un miracolo che – ha spiegato Don Gigi Iuliano presentando la lettera – “non è magia” ma “è la fede di questa donna che, emarginata dagli uomini, desiderava toccare il Signore e in questo contatto non solo trova la guarigione fisica ma viene liberata e salvata”. Ma qual è oggi il “mantello di Gesù” che possiamo toccare? Per il Vescovo di Lamezia “siamo noi come Chiesa quel mantello di Cristo che la gente può toccare”: da qui l’appello “urgente” rivolto alla Chiesa lametina a “una pastorale aperta al territorio”, formando i laici e coinvolgendoli nell’opera di Evangelizzazione, a riscoprire “lo spirito missionario che ha sempre contraddistinto la presenza ecclesiale nel mondo”. “Toccare Dio” , scrive il Presule, è possibile accostandosi alla Parola di Dio, ai Sacramenti e in modo particolare “cercando le piaghe di Cristo tra gli uomini e le donne della nostra Chiesa, tra le frange e le pieghe della sofferenza umana di tanti nostri fratelli”. In una realtà sociale ed ecclesiale in cui “c’è fatica a comporre le divergenze e modi di lavorare ostacolano la comunione”, Mons. Cantafora sollecita la Chiesa lametina ad essere segno di riconciliazione, a “generare cristiani adulti che abbiano la forza di perdonare e amare i nemici e la responsabilità e preoccupazione per il fratello smarrito”. Per questo, nelle indicazioni pastorali, il Vescovo chiede ai sacerdoti “generosità e disponibilità nell’amministrazione del Sacramento della Riconciliazione”, stabilendo orari precisi in cui il Parroco e i sacerdoti siano disponibili ad attendere i penitenti. “La vera rivoluzione di Dio nel mondo è il perdono” conclude il Pastore della Chiesa lametina, invitando a vivere pienamente il mistero del perdono di Dio e dei fratelli come “la via perché la pace possa regnare nel cuore di noi tutti e nel cuore della società”.