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Parrocchie news

La tappa 2014 della fraternità di Romena nella chiesa del Carmine di Lamezia

Antonio Cataudo · 10 anni fa

Un chicco di senape da apporre al centro di un cartoncino come ricordo dell’incontro. Si è conclusa con questo gesto, dopo circa 90 minuti scanditi da canti, letture bibliche e testi personali, la Veglia incontro 2013/2014 che percorre tutta l’Italia, dal titolo “Rischiamo il coraggio”, proposta nella serata di ieri, mercoledì 26 febbraio, dalla Fraternità di Romena/Pratovecchio (AR) in un’affollata chiesa del Carmine in Lamezia ovest, su iniziativa del , del quale è referente Nino Campisi. La veglia è iniziata col saluto introduttivo del parroco don Carlo Cittadino, al quale è piaciuta la frase di don Luigi Verdi (che ha curato i testi della Veglia), fondatore nel 1991 della Fraternità di Romena, che vive nel rustico della Pieve: “il coraggio più grande è quello della fantasia, del non arrendersi”. Don Carlo ha poi parlato di sentimenti belli che questo momento d’incontro suscita, e che poi ci accompagnano nei giorni a seguire.

E di bellezza se n’è vista tanta, a cominciare dalla scenografia della veglia 2014: delle canne di bambù ai lati, che hanno fatto da sfondo ad un video posto al centro. E proprio durante l’incontro, intervallato dalle musiche di Antonio Salis, ecco dal video le immagini di Papa Francesco, che ormai siamo abituati a vedere, mentre bacia e accarezza i bambini in Piazza San Pietro, o ancora mentre lancia la corona di fiori nelle acque di Lampedusa, in memoria della vittime dei barconi.

“Le due cose che mi colpiscono di Papa Francesco –ha evidenziato don Luigi Verdi- sono: uno, che non si permette di spezzare le canne incrinate; due, che questo Papa tiene la porta aperta, nel senso ad esempio che quando si tratta di giudicare un gay, dice , lasciando sempre la porta aperta”.

Don Verdi, sempre in riferimento al tema della Veglia, ha voluto far presente “le due persone coraggiose che ho conosciuto nella mia vita: Giosuè, un pastore protestante morto recentemente e mio papà, che ha tirato su con tanti sacrifici una famiglia con 5 figli, nonostante sia stato tre anni senza lavoro”.

Nel video anche alcuni bambini di colore, sballottati da una parte all’altra del mondo, che per farli felici basta davvero poco: “tre cose –ha spiegato don Verdi-: un pezzo di pane, un po’di affetto e di sentirsi a casa da qualche parte”. Ancora sul coraggio, il fondatore della Fraternità di Romena è stato più esplicito: “il coraggio vero è togliere l’egocentrismo. Di fronte alla paura –ha messo in evidenza-, o si aggredisce, o si scappa, portando l’esempio di un serpente. Invece, fate un passo indietro e guardate meglio. Bisogna avere rispetto della paura”. E’l’invito di don Luigi Verdi a riflettere, “a risvegliarsi a non aver paura della vita ma al contrario di sentirne la forza, la dolcezza e di vivere il grande dono dell’amicizia”.

L’incontro di ieri sera si è, quindi, snodato attraverso la spiegazione di tre messaggi: la forza della vita; la dolcezza dell’amore; la leggerezza dell’amicizia. Sul primo punto, Verdi ha spiegato che “la grande forza della vita è perché la vita si rinnova”. Nel secondo messaggio, ha portato l’esempio di una persona sul punto di morte, “quando ci accorgiamo che non possiamo più far nulla, se non bagnando le sue labbra con un goccio d’acqua, o accarezzare le sue mani, per addolcire il più possibile il momento del trapasso” Nel terzo messaggio, sull’amicizia, don Luigi Verdi ha posto l’accento sul fatto che “nessuno di noi può vivere da solo, si impazzirebbe nella solitudine. E il dolore più grande di Dio, è la solitudine delle persone”.

E sulle note dell’ultimo brano “Eccomi, sono qua”, ognuno dei presenti si è messo in fila per ricevere il chicco di senape per in viaggio, da apporre al centro del cerchio bianco di un cartoncino, recante il testo di Luigi Verdi: “il coraggio maggiore è quello della fantasia, del non arrendersi, e nasce dalla fame, non dalla paura”.