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Cultura e Società

La forza del lavoro delle Acli

Antonio Cataudo · 10 anni fa

La forza ( del ) lavoro delle Acli, il Primo maggio e le ferite dei senza lavoro.

Una prima speranza arriva dall’Europa con “ Garanzie Giovani “. Il Primo maggio 2014 ha rappresentato una festa a metà, certamente sobria, carica di tutta la drammaticità che accompagna la disoccupazione, forse la più pesante della storia repubblicana.

Mai e poi mai avremmo pensato che il principio-valore-costituzionale sancito nell’articolo 1 della Costituzione, “ L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro”, fosse oggi così consumato , così lontano da milioni di cittadini che sono senza lavoro e che mettono a rischio le loro famiglie fatte di figli, valori, dignità, aspettative, prospettive di futuro. Nulla di tutto questo, per alcuni anni ancora, potrà essere più al sicuro, tutto cammina su strade fragili, tutto sta appeso al filo della speranza che i nostri governanti possano trovare una nuova intrapresa, quale possibile via d’uscita da questa crisi che ci sta sfigurando come popolo, come nazione, come senso della coesione. Una crisi, insomma, da incubo per tantissime famiglie, che stringe il cuore. E pensare, come ci insegna l’economista sociale Luigino Bruni, che “ il lavoro è stato il grande strumento e principale luogo per far diventare libertà e uguaglianza principi sostanziali e non solo formali delle nostre democrazie”. Oggi la tragicità è talmente condensata che la Commissione Episcopale per i problemi sociali e il lavoro, la giustizia e la pace, proprio in occasione del primo maggio, ci ha presentato un testo molto profondo. Un testo che mette in luce il dolore di chi pratica sacrifici enormi per rimanere ancora cittadino, pur vivendo nella incertezza quotidiana. La riflessione dei Vescovi della pastorale sociale, va dritta verso la precarietà sociale diffusa nei vari ambiti della convivenza civile, sostenendo la forza della speranza, richiamandoci alla comprensione delle preoccupazioni dei tempi che viviamo. Evidenziando :“ Senza il lavoro, non c’è umanesimo. E’un costruire sulla sabbia la nostra civiltà. Perché non rispetta la persona, vittime come siamo di un’economia che ci vuole rubare la speranza, per i sistemi ingiusti che crea, perché spesso il denaro governa invece di servire. E’una sudditanza agli idoli ”. Papa Francesco nell’Evangelii gaudium è stato chiarissimo: “ L’economia non può più ricorrere a rimedi che sono un nuovo veleno, come quando riprende di aumentare la redditività, riducendo il mercato del lavoro e creando in tal modo nuovi esclusi”. E ancora: << Certo occorre tempo. Spesso tanto tempo. Ma il tempo è sempre superiore allo spazio, poiché dare priorità al tempo significa occuparsi di iniziare processi più che possedere spazi, privilegiando azioni che generano nuovi dinamismi nella società, coinvolgendo persone e gruppi che porteranno avanti, finché fruttifichino in importanti avvenimenti storici. Saremo così in grado di costruire un lavoro libero, creativo, partecipativo e solidare>>. Per superare la lunga muraglia della disoccupazione, di milioni di esclusi bisogna ritornare alla funzione sociale del lavoro , al profumo del lavoro creativo, bisogna guardare oltre ed attivare tanta intrapresa, tanta economia dal basso, tante azioni autopropulsive, quelle sane dei sani territori. Quei territori che generano identità e che non temono la concorrenza globalizzata. Le Acli, di recente, hanno elaborato un pregevole documento, secondo cui “La forza( del )lavoro per sconfiggere povertà e diseguaglianze”, che è stato, come sempre, apprezzato da parti istituzionali e sociali. D’altra parte la storia delle Acli nasce dalla profonda radice che il lavoro infonde in ogni fase dell’impegno civile e sociale. Le Acli sono cifra e sostanza della storia del lavoro del nostro Paese. Oggi, dentro questa crisi, sentono di dover chiamare le migliori forze del tessuto sociale, a partire dalle associazioni laicali cattoliche, per costruire un progetto che risponda attraverso una terapia d’urto all’emergenza di oggi e alla costruzione del lavoro per il domani. Per dare risposta ai dati Istat che ci rappresentano una disoccupazione pari al 12,7%, quella giovanile al 42,7%, cioè un giovane su due di quelli che stanno dentro la fascia d’età tra i 15 ai 24 anni. Ed il tasso di occupazione al 55,6 % che è tra i più bassi d’Europa, in particolare quello femminile. Il documento delle Acli nazionali si dirama su alcuni pilastri portanti dell’economia italiana : industria-manifatturiero – green economy –imprenditoria sociale, sostenibile e solidale – scuola e lavoro. E ancora rilancio di una proposta di sviluppo del Mediterraneo e del Mezzogiorno. Certo, non tutto è perduto. Una prima risposta arriva dall’Europa con “Garanzie Giovani ” che è come se portasse un segno di civiltà ai nostri ragazzi così fragili, così neet, come dire, così nessuno nel lavoro, nella scuola, nel sociale e nell’inclusione civica. Eppure così creativi e con una base culturale capace di suscitare risposte alla domanda di competitività della società contemporanea. Bisogna che siano presi in carico con il senso civico della solidarietà e della sussidiarietà. E’con la Raccomandazione del Consiglio del 22 aprile 2013 sull’istituzione di una garanzia per i giovani che prende le mosse la strategia e la proposta della Commissione Europea: << Investendo ora nel capitale umano dei giovani europei si otterranno vantaggi a lungo termine e si contribuirà ad una crescita economica sostenibile ed inclusiva>>. Le risorse per l’attuazione del Piano di attuazione in Italia della Garanzia per i Giovani, sono molto significative, ammontano complessivamente ad € 1.413.363.328. La Regione Calabria - Assessorato al Lavoro - Dipartimento Lavoro, ha deliberato e destinato importi pari ad €. 67.668.432 alle misure e secondo la seguente distribuzione degli interventi: Accoglienza, presa in carico e orientamento – Formazione - Accompagnamento al lavoro –Apprendistato - Tirocinio extra-curriculare, anche in mobilità geografica - Mobilità professionale transnazionale e territoriale - Bonus occupazionale. Come si desume dalla numerosa e ben integrata tipologia di interventi siamo in presenza di azioni di straordinaria importanza, che possono dare ai giovani calabresi una prima, direi mirata, esperienza di inserimento al lavoro ed una risposta concreta alla drammatica, diffusa e allarmante condizione sociale dovuta alla mancanza di occasioni di lavoro.