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Il Vangelo della domenica

Riflessione sulla liturgia della XXXIII domenica del tempo ordinario

Paolo Emanuele · 9 anni fa

Nella liturgia della trentatreesima domenica del tempo ordinario, il Signore ci rivolge, in modo particolare, una parola: “Vegliate”. Cristo l’ha pronunciata parecchie volte e in diverse circostanze. Oggi la parola “vegliate” si collega con la prospettiva escatologica, con la prospettiva delle ultime realtà: “Vegliate e pregate in ogni tempo, affinché possiate presentarvi dinanzi al Figlio dell’Uomo” (cf. Mt 24,42.44). “Vegliate e state pronti, perché non sapete in quale giorno il Signore verrà”, questa esortazione contenuta nel Canto al Vangelo, fa riferimento proprio al clima spirituale che si vive, mentre l’anno liturgico volge al suo termine. è un clima intessuto di tematiche escatologiche, messe in rilievo specialmente dal brano evangelico di Marco, dove Cristo sottolinea la caducità del cielo e della terra: “Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno” (Mc 13,31). Passa la scena di questo mondo, ma non passerà la Parola di Dio. Quanto è eloquente questa contrapposizione! Non passa Dio e non passa ciò che da Lui proviene. Non passa il sacrificio di Cristo, di cui si legge nella seconda lettura che riporta un brano della Lettera agli Ebrei: Gesù “ha offerto un solo sacrificio per i peccati” (Eb 10,12); ed ancora: “Con un’unica oblazione Egli ha reso perfetti per sempre quelli che vengono santificati” (Eb 10,14). Noi sperimentiamo costantemente il fatto che tutto passa. Il mese di novembre ce lo ricorda in modo particolare, iniziando dalla solennità di Tutti i Santi e dalla Commemorazione di tutti i fedeli defunti. Anche l’anno liturgico s’avvia verso la conclusione. Questa ne è la penultima domenica; nell’ultima celebreremo la solennità di Cristo Re: di Cristo le cui “parole non passeranno”. Infatti Egli stesso è l’inizio della vita eterna, e la sua Parola rende testimonianza a tutto ciò che non passa, che è da Dio e che a Dio conduce. Così dunque sulla scena del mondo che passa e dell’uomo con esso si apre l’orizzonte del Regno di Dio. Cristo ci conduce verso questo Regno come Redentore, come Sacerdote della nuova ed eterna alleanza: Gesù Cristo “avendo offerto un solo sacrificio per i peccati una volta per sempre si è assiso alla destra di Dio” (Eb 10,12). Cristo Gesù con il suo sacrificio, offerto una volta per tutte, ha redento il mondo. Nessun altro sacrificio deve essere offerto. Spetta ora alla Chiesa offrire il suo sacrificio, la sua totale obbedienza a Dio. Nel sacrificio di Cristo questo è reso possibile; una volta che questo viene operato, il corpo mistico di Cristo, cioè la Chiesa, è più forte contro il male, più resistente nel fare il bene, più amante della verità, ma anche più temprato nella carità. Grazie a questa mistica unione con Lui, siamo un solo corpo che deve operare la redenzione. Gesù, oggi, dal cielo attende che i suoi nemici siano ridotti all’impotenza, ciò che ha fatto il suo corpo fisico, deve farlo anche il suo corpo mistico e con la stessa intensità e universalità. La sua missione era limitata nel tempo, la nostra invece non è circoscritta, essa è universale e per questo è necessario, se vogliamo assolverla secondo verità e giustizia, che diventiamo missionari ovunque noi siamo, viviamo, agiamo, operiamo, perché solo così è possibile distruggere il regno di satana e costruire il Regno di Dio. La storia è il campo di battaglia, il grande momento della scelta dell'eternità, per la vita, o per la morte, con Dio o con satana. Gli Angeli ci raccoglieranno dai quattro venti, anima e corpo ricomposti in unità inscindibile, compariremo davanti al Figlio dell'uomo, che apparirà sulle nubi del cielo per il giudizio. Il doppio sbocco della nostra vita, frutto delle nostre decisioni e della nostra volontà, è dato rivelato; la perdizione e la condanna eterna, o la gioia del paradiso per sempre, sono la nostra fede. Oggi tuttavia la mentalità cristiana nega, non nella forma, bensì nella sostanza, queste verità escatologiche. Satana non negò il fatto della morte in sé, negò invece la credibilità della Parola del Signore. La morte c'è, ma non per voi. Oggi la tentazione si ripropone negli stessi termini, con la stessa ambiguità. L'inferno esiste, la risurrezione di condanna anche, ma non sono per noi. Dio, clemente e pietoso, perdona sempre, anche quando l'uomo non glielo chiede e non vuole essere perdonato. Il suo amore non permetterà mai che alcuno si perda per sempre. Questa "fede diabolica" si fonda a sua volta su un'altra menzogna non meno pericolosa e non meno satanica: la concezione del peccato ed il suo non peso nella nostra vita. Si sta abolendo non il peccato, ma la coscienza di lui; tutti sappiamo cosa esso sia. Il peccato c'è, il male esiste; tutti noi navighiamo nelle sue acque; lo si dice senza conseguenze. Ci troviamo dinanzi alla "dereponsabilizzazione" dei gesti dell'uomo e a tutti i livelli: aborto, divorzio, omicidi, estorsioni, furti, ladroneggi, defraudamenti, ogni genere di iniquità. è l'oscuramento totale della luce di Cristo!