Si celebra oggi in Italia la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell’immigrazione, voluta nel 2016 dal Parlamento nella data che ricorda i migranti annegati in prossimità dell’isola di Lampedusa il 3 ottobre 2013 evento di cui quest’anno ricorre il decennale.
All’alba di quel giorno, fece naufragio a mezzo miglio dall’isola un’imbarcazione partita dalla Libia con almeno 512 donne, uomini e bambini: alla fine, furono recuperati dal mare e dalla stiva 366 corpi.
“Questa ricorrenza non può essere un semplice ricordo di quanto avvenuto 10 anni fa – sottolinea don Marco Pagniello, Direttore di Caritas Italiana –. Gli sbarchi e anche le tragedie che ormai avvengono quasi quotidianamente sulle nostre coste – pensiamo solo a quella di Steccato di Cutro dello scorso febbraio – ci chiedono di andare al di là della retorica dell’emergenza e di passare ad una accoglienza che sia rispettosa della dignità di quanti fuggono dalle guerre e dalla povertà e che per questo rischiano la vita in mare”.
“‘Ma chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza, cerca vita’, ci ha ricordato il Papa pochi giorni fa a Marsiglia, per poi aggiungere: ‘Quanto all’emergenza, il fenomeno migratorio non è tanto un’urgenza momentanea […], ma un dato di fatto dei nostri tempi, un processo che coinvolge attorno al Mediterraneo tre continenti e che va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà'”, sottolinea don Pagniello.

“Come ho avuto modo di dire altre volte – conclude il Direttore di Caritas Italiana –, la Chiesa non si è tirata mai indietro e non lo ha fatto in questi mesi e in queste ultime settimane. Ma è sempre più necessario lavorare insieme e non divisi, valorizzare il lavoro e le buone pratiche già attive che ci dicono che è possibile costruire vie di ingresso dignitose e sicure, come ad esempio i corridoi umanitari o lavorativi che abbiamo attuato, e percorsi di inclusione efficaci che abbiano al centro anche le comunità locali, in un’ottica di solidarietà ma anche di reale ed efficace sussidiarietà”.