Leone XIV, il Papa nato sotto una buona stella. Anzi, dodici, con esattezza, quante quelle della Madonna di Pompei, il cui giorno di giubilo, in pieno Giubileo, vede eletto il 267/mo Pontefice della storia della Chiesa cattolica.

Non parla di sé, nomina il predecessore Francesco più di una volta, come a dire di voler dar compimento all’età francescana di questo nostro Terzo millennio. Una continuità fraterna che non può non richiamare la lettera di San Francesco d’Assisi all’amico Leone: “Che tutte le parole, che abbiamo detto lungo la via, le riassumo brevemente in questa parola di consiglio, e non c’è bisogno che tu venga da me per consigliarti, perché così ti consiglio: in qualunque maniera ti sembra meglio di piacere al Signore Dio e di seguire le sue orme e la sua povertà, fatelo con la benedizione del Signore Dio e con la mia obbedienza. E se a te è necessario, perché tu ne abbia altra consolazione, che la tua anima ritorni a me, e tu lo vuoi, vieni!”.

La Vergine di Pompei si festeggia il 7 ottobre e l’8 maggio con la recita della Supplica solenne: alla preghiera del Santissimo Rosario, cui è solennemente intitolata, è dedicata anche un’enciclica di papa Leone XIII, datata il 22 settembre 1891, De octobri mense. Su questo filone si è innestato Il Rosario missionario, promosso da San Giovanni Paolo II per la pace e l’annuncio della “Notizia buona” tra tutti gli uomini.

“Il Rosario è anche un percorso di annuncio e di approfondimento, nel quale il mistero di Cristo viene continuamente ripresentato ai diversi livelli dell’esperienza cristiana. Il modulo è quello di una presentazione orante e contemplativa, che mira a plasmare il discepolo secondo il cuore di Cristo. In effetti, se nella recita del Rosario tutti gli elementi per un’efficace meditazione vengono adeguatamente valorizzati, ne nasce, specialmente nella celebrazione comunitaria nelle parrocchie e nei santuari, una significativa opportunità catechetica che i Pastori devono saper cogliere. La Vergine del Rosario continua anche in questo modo la sua opera di annuncio di Cristo. La storia del Rosario mostra come questa preghiera sia stata utilizzata specialmente dai Domenicani, in un momento difficile per la Chiesa a motivo del diffondersi dell’eresia. Oggi siamo davanti a nuove sfide. Perché non riprendere in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto? Il Rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non trascurabile nel corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore (Rosarium Virginis Mariae, 17)”.

Oggi questo Rosario missionario si fa espressione nel volto del Santo Padre, cui è ri-volto il desiderio di pace di tutte le genti.

“La pace sia con voi! Questa è la pace di Cristo, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, che ci ama tutti e incondizionatamente”.

Pax et bonum.

Francesco Polopoli