“Ritorniamo al significato vero, profondo, del Natale. Non abbiamo paura di dire Natale, Natale del Signore. Ritorniamo all’essenzialità delle cose, all’autenticità. Abbandoniamo ogni sentimentalismo vano ed effimero e ritorniamo a Dio che oggi si è mostrato nel volto di un Bambino fragile e indifeso, di un infante che non ha parola ma si consegna tutto a noi. Così Dio entra nella storia della nostra umanità, disarmato e impotente, e in questo modo ci mostra la strada che noi, come cristiani e come uomini, siamo chiamati a percorrere”. Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Giuseppe Schillaci che ha presieduto in Cattedrale il Pontificale del giorno di Natale.
“Nel volto di Gesù- ha proseguito Schillaci – contempliamo un Dio non distante, ma prossimo, vicino. La Parola Eterna ha preso le nostre fragilità. La possiamo toccare: possiamo toccare la carne di Cristo nei poveri, nei bisognosi, negli invisibili. Il Mistero dell’Incarnazione, che contempliamo nel Natale, sia il nostro programma di vita. Come il Verbo si è fatto carne, così anche noi siamo chiamati ad essere concreti, a trasformare ogni nostra meditazione in gesti e segni tangibili. Nessuna realtà si salva se non la si assume, come ha fatto il Signore. Così anche noi siamo chiamati ad entrare nella storia, nella carne, in modo concreto. Accogliamo il Signore per donarlo agli altri, per portare salvezza dove c’è perdizione, luce dove ci sono le tenebre, speranza dove vi è disperazione, amore dove vi è violenza. Accogliamo Dio che si consegna in questo Bambino così debole, indifeso, e ci indica la strada da percorrere, perché possiamo camminare secondo questa regola che altro non è se non la regola del Vangelo “sine glossa”, come Francesco d’Assisi diceva ai suoi frati. Accogliamo Gesù che è nato per noi facendo sì che entri sempre più nella nostra vita, che sia lo stile del nostro modo di andare incontro ai fratelli”.
“Anche in un tempo difficile come quello che stiamo vivendo da ormai due anni – ha concluso Schillaci – quale meraviglia, quale stupore è il Mistero del Verbo che si fa carne. Lasciamo che questo Mistero avvolga la nostra vita, che la illumini che ci interpelli, perché possiamo scorgere nel Bambino Gesù il volto di Dio, la Parola definitiva, che non inganna, che salva”.
All’inizio della concelebrazione eucaristica, il parroco della Cattedrale don Carlo Cittadino ha formulato gli auguri al vescovo a nome del clero e di tutta la comunità diocesana lametina.