“È l’incontro con Gesù Cristo che cambia la nostra vita, i nostri percorsi, il nostro modo di guardare alla realtà. È questo che è accaduto nella vita di Paolo e lui lo annunciava alle comunità dove andava ad evangelizzare: da uomo che portava nel cuore il rancore e la morte è diventato un uomo che annuncia la morte e la resurrezione di Cristo come senso della propria vita e della vita di ogni uomo. L’incontro con Cristo ha fatto cambiare strada a Paolo, ha fatto cadere le squame che coprivano i suoi occhi. La Parola ci mette a contatto con la vita stessa di Dio e, se noi la lasciamo agire, trasforma la nostra vita perché possa diventare profezia, attrazione, gioia per gli altri”. Così il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi che ha presieduto la concelebrazione eucaristica a conclusione del raduno regionale dei gruppi di preghiera di Padre Pio, tenutosi nella Chiesa interparrocchiale di S. Benedetto, insieme agli assistenti spirituali dei diversi gruppi, al segretario generale dei gruppi di preghiera padre Luciano Lotti, al coordinatore regionale monsignor Ezio Limina.

Riprendendo il brano della prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, il vescovo di Lamezia ha messo in evidenza come “ad Antiochia si sia verificato un capovolgimento, nato da un momento di crisi. Di fronte alla predicazione di Paolo e Barnaba, i Giudei rimasero chiusi, colmi di gelosia, cominciarono a fare affermazioni ingiuriose nei confronti di Paolo. Ma, proprio da questa crisi, avviene un grande sconvolgimento, oserei definirlo “un terremoto”, nella Chiesa nascente: poiché i Giudei non avevano accolto la Parola, Paolo e Barnaba si rivolgono ai Gentili, a tutti gli uomini, e così la Parola di salvezza si dilata e arriva al cuore di tutta l’umanità”.

Rivolgendosi ai gruppi di preghiera da tutta la Calabria, il vescovo Parisi li ha esortati “a comunicare, a un’umanità segnata dalla sofferenza, dalla mancanza di pace, dall’ingiustizia, a questa umanità che attende, un messaggio chiave: non c’è situazione della vita che non possa essere illuminata dalla luce del Signore Risorto. Certamente oggi viviamo in una società secolarizzata, che non ha interesse per le cose di Dio, ma noi credenti siamo chiamati a interrogarci sulle nostre responsabilità. Noi credenti, che abbiamo dentro di noi la forza della Parola, dobbiamo essere in grado di offrire agli altri la gioia dell’incontro con il Signore, la condivisione della gioia tra di noi e trasformare la condivisione della gioia in Parola che possa spingere gli altri a seguire Gesù, che dà senso e gioia alla nostra esistenza.”