Studenti del Liceo Scientifico al Santuario di Dipodi con il vescovo

Un nuovo momento nel cammino sinodale della Chiesa lametina quello vissuto questa mattina al santuario mariano di Dipodi, con gli studenti di alcune classi del liceo scientifico “Galileo Galilei” di Lamezia Terme accompagnati dalla dirigente Teresa Goffredo e dai docenti Pina Luciano Maida, Sara Cardamone e don Antonio Astorino, quest’ultimo anche rettore del santuario diocesano.


A conversare con gli studenti, il vescovo Giuseppe Schillaci che ha richiamato i temi centrali del cammino sinodale intrapreso da alcuni mesi da tutta la Chiesa, un cammino nel quale anche i giovani sono chiamati ad essere sempre più protagonisti della vita ecclesiale. “Il Sinodo è un invito a camminare insieme, a domandarci che Chiesa siamo – ha detto il vescovo agli studenti, raccontando le tappe fondamentali della storia del santuario mariano, risalente all’anno mille, meta ogni anno di numerosi pellegrini che, da varie parti della Calabria, vengono per affidarsi alla Vergine Maria. “Il cammino verso questo Santuario – ha proseguito il vescovo – è immagine di quel cammino che tutti noi, come Chiesa, siamo chiamati a fare insieme nel contesto del sinodo. Camminare insieme, aprendoci all’ascolto, al dialogo con tutti.”
Nel corso dell’incontro, l’iconografa Stefania Lecce, attraverso il linguaggio delle icone, ha sollecitato i ragazzi a riflettere sulla fragilità del momento storico che l’umanità sta attraversando e la capacità di restare saldi con i piedi a terra, restare nella realtà come prerogativa del cristiano.
Per i docenti di religione, “si è trattato di un momento di arricchimento per tutti, che ha posto l’accento sulla necessità di camminare insieme e di ascoltarci, dopo due anni di emergenza sanitaria che ci hanno resi tutti più fragili e hanno indebolito le relazioni umane”.
La dirigente Teresa Goffredo ha ringraziato il vescovo “per un’occasione importante di crescita umana per i nostri ragazzi, chiamati a interrogarsi sulla necessità di camminare insieme e di ascoltarsi, oltre la chiusura e l’individualismo che segna questo nostro tempo. La presenza nelle nostre classi anche di ragazzi di altre fedi, di credenti e non credenti, è un monito costante a camminare insieme come fratelli, un bisogno che avvertiamo come urgente soprattutto nelle ultime settimane di fronte al dramma della guerra. Quella di oggi, inoltre, è stata un’ulteriore occasione per conoscere e riscoprire le realtà del nostro territorio da valorizzare e mettere in rete”.