Celebrazione della Messa Crismale in Cattedrale

Reverendissimo Padre!
Siamo qui oggi, Giovedì Santo, come suo presbiterio per ricordare, insieme con Lei, la nostra Ordinazione Sacerdotale e lo facciamo insieme ai Diaconi, ai Religiosi, alle Religiose, ai Fedeli Laici con i quali quotidianamente condividiamo l’avvincente esperienza dell’annuncio della gioia del vangelo all’interno di questa nostra Chiesa diocesana.

Lo facciamo, quest’anno, con il cuore abitato anzitutto dalla tenue speranza di poter vedere presto un completo ritorno alla normalità di vita dopo due anni di pandemia che ancora, però, non ci ha lasciati: sono stati anni in cui niente ci è sembrato normale e in cui abbiamo dovuto reinventarci interiormente e pastoralmente per poter custodire e continuare a servire la fede delle nostre sorelle e dei nostri fratelli all’interno delle comunità parrocchiali in cui operiamo in comunione con Lei.
Lo facciamo con lo sguardo orante rivolto al centro della nostra Europa e con il cuore appesantito dagli eventi di atroci e disumane guerre, assolutamente incomprensibili, come quella che si sta consumando davanti a noi: è essa una tragedia, per alcuni versi anacronistica, che come tutte le guerre, è in sé stessa un’inutile strage capace solo di portare terrore, disperazione, povertà, fame e morte: sentiamo di fare nostro il dolore e le speranze del popolo ucraino portandole sacerdotalmente oggi su quest’altare senza stancarci di invocare da Dio il dono della Pace!
Lo facciamo, però, anche in un tempo ecclesiale bello e quanto mai impegnativo e coinvolgente per tutto il Popolo santo di Dio proprio in quanto Popolo: il tempo Sinodale. In quanto Presbiteri abbiamo bisogno, Eccellenza, di comprendere che in questo cammino sinodale noi per primi siamo chiamati a starci sì con la nostra identità sacerdotale, di persone cioè che sanno che l’essere sinodali ci appartiene quasi ontologicamente in virtù della missione stessa che Cristo ci ha affidato facendoci partecipi della sua, ma anche come discepoli tra discepoli perché non ci accada di non sentircene coinvolti esistenzialmente rimanendone ai margini e non gustandone la bellezza.
Al centro di questa odierna solenne concelebrazione eucaristica c’è il Sacro Crisma: quell’olio misto a balsamo con il quale siamo stati consacrati.
È quello stesso olio prezioso che unge il capo di Aronne e che, come ebbe a ricordare il Santo Padre Francesco nel 2013, non si limita a profumare la sua persona, ma si sparge e raggiunge “le periferie”. Il Signore lo dirà chiaramente: la sua unzione è per i poveri, per i prigionieri, per i malati e per quelli che sono tristi e soli. E’ dunque un’unzione, ci ricorda sempre il Santo Padre, che non è per profumare noi stessi e tanto meno perché la conserviamo in un’ampolla, perché l’olio diventerebbe rancido … e il cuore amaro!
È l’olio che ci abilita, come veri discepoli afferrati da Cristo, a consegnare solo amore, gioia, fiducia, speranza a tutti, soprattutto ai più fragili, ai più poveri, agli esclusi, ai dimenticati, non per pietismo ma per generosa gratuità, per pura bontà e fedeltà come Lei ha voluto ricordarci nel bellissimo messaggio per la Pasqua di quest’anno che stamani verrà consegnato personalmente a ogni singolo presbitero e all’intera comunità diocesana in ogni suo componente e per il quale sentiamo di ringraziarla non solo per quello che dice ma soprattutto per quello che provoca interiormente con le sue prospettive profetiche e ecclesialmente lungimiranti.
È, dunque, un olio che ci è dato perché tocchi ogni uomo e ogni donna che siamo chiamati a raggiungere con il nostro donarci quotidiano nel servizio concreto alla loro fede, anche quando, per non dire soprattutto, esso dovesse apparirci come un servizio scomodo perché scomodante.
Eccellenza!
È con questi sentimenti, con queste speranze che in questa santa Messa davanti a lei, che nella successione apostolica guardiamo come al riferimento concreto e umano della Paternità di Dio che in Gesù di cui ella è Vicario, si è pienamente manifestata in un amore assoluto e perdonante, rinnoviamo il nostro SI a Lui!
L’obbedienza che oggi attraverso di lei gli rinnoviamo è la nostra risposta esistenziale e coinvolgente a quel Sì che Lui per primo ha pronunciato per noi chiamandoci ad essere suoi ministri. Ci aiuti Egli a crescere nella disponibilità a vivere sempre questa obbedienza non come un puro fatto giuridico, davanti al quale potremmo essere tentati di trovare compromessi o scappatoie, ma come l’unica via da noi percorribile per essere certi di non riprenderci mai e per nessun motivo quella vita che gli abbiamo donato e che ormai appartiene a Lui!
A lei Eccellenza giunga da tutti noi l’augurio più sentito per una vita e un servizio ministeriale capace di profondere sempre più il buon profumo di Cristo in mezzo a noi e per il bene di tutta la Santa Chiesa!
Il suo popolo, i suoi presbiteri, diaconi, seminaristi, religiosi, religiose, fedeli laici Le rinnova oggi il suo grazie, il suo affetto, la sua stima ma, soprattutto, Le assicura la sua costante e sentita preghiera: ci aiuti tutti il Signore a trovare e a percorrere strade sempre nuove per annunciare la gioia del Vangelo a chiunque, in ogni situazione di vita e in ogni luogo in cui abitano i nostri fratelli, specialmente quelli più esistenzialmente e socialmente periferici, gioia che nella Pasqua ormai vicina e per la quale sentiamo di anticiparle i migliori auguri, trova la sua sorgente e il suo fondamento!
Auguri Eccellenza! Auguri cari confratelli!

Monsignor Giuseppe Angotti, Vicario Generale