“Non è mai solo una firma. È di più, molto di più”

Sono in corso i lavori di “Recupero degli intonaci per danni dovuti all’umidità di risalita e consolidamento della volta in camorcanna” nella chiesa di San Domenico in Lamezia Terme. Un cantiere che sta appassionando tanti fedeli e cittadini perché l’edificio sacro è storicamente tra i più amati e conosciuti. La comunità tutta è consapevole del patrimonio di fede, storia, cultura, arte, architettura e memoria che l’edificio rappresenta e conserva.

La spesa necessaria per l’esecuzione dei lavori è finanziata nella misura del 70% dalla C.E.I., grazie ai fondi proveniente dal contributo 8×Mille alla Chiesa Cattolica, e nella misura del 30% dalla parrocchia, grazie alle donazioni generose dei fedeli che sin da subito si sono adoperati per la raccolta fondi. L’impegno e la passione del parroco danno il giusto impulso ai lavori che procedono come da cronoprogramma.

La chiesa e l’annesso convento furono fondati nei primi anni del 1500 dai frati domenicani nel luogo dove vi era già una cappelluccia dedicata alla SS. Annunciata. La chiesa attuale è il risultato dei diversi interventi avvenuti nei secoli scorsi, ma il sobrio aspetto esterno e il ricco apparato architettonico interno è ancora quanto fecero realizzare i frati domenicani nella seconda metà del XVIII secolo da Pietro Joele di Fiumefreddo, il quale la riconfigurò architettonicamente trasformando gli spazi della chiesa seicentesca con il contributo dei Frangipane, che lavorarono nella parte decorativa degli stucchi, e di Francesco Colelli, che lavorò alle opere pittoriche delle pareti e delle tele su preciso indirizzo iconografico dei frati.

Salvatasi da eventi storici sfavorevoli, non solo naturali, quali Cassa Sacra, occupazione francese, leggi Siccardiane e persino una proposta di demolizione del coro e del presbiterio per realizzare la sistemazione del corso Numistrano (sic!) è giunta pressoché intatta fino ai nostri giorni a meno di modifiche che hanno riguardato la pavimentazione, la parte bassa delle murature e la tinteggiatura delle pareti quando fu necessario adeguare l’antica chiesa conventuale dei frati domenicani a chiesa parrocchiale.

I lavori di restauro, concordati in fase progettuale e condotti in fase esecutiva in fattiva collaborazione con l’Ufficio Tecnico Diocesano e con gli Uffici della Soprintendenza per i Beni Culturali (MiBAC), riguarderanno la riparazione dei danni provocati dall’umidità di risalita presente sulla pavimentazione e lungo la parte bassa dei muri perimetrali e la riparazione delle lesioni e distaccamenti presenti nel sistema di volte in camorcanna. In attesa di reperire altri fondi, resteranno, purtroppo, esclusi alcuni restauri seppur necessari e la messa in luce di elementi antichi ancora esistenti.

Molta attenzione si sta prestando al possibile recupero delle antichissime opere pittoriche presenti nella cripta-putridaria risalenti all’epoca della fondazione del convento. L’intervento è stato valutato in fase di progetto, ma escluso sempre per limiti di finanziamento.

Nella fase attuale delle lavorazioni è stata smontata la pavimentazione realizzata nella prima metà del secolo scorso. Al di sotto sono emerse interessanti tracce della originaria pavimentazione in basole di pietra verde e qualche frammento di piastrelle in cotto smaltato. Ancora più interessante risulta essere l’antico sepolcreto realizzato dai domenicani costituito da circa ventiquattro fosse di cui ventuno perfettamente chiuse ed integre, ma non sono state ritrovate lastre tombali. Gli archeologi incaricati stanno procedendo con i rilievi e le indagini di rito.

“Un piccolo gesto, una grande missione”
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