Un lavoro di studio e ricerca su una parabola del Vangelo di Luca che è un invito a riscoprire i doni che Dio che dona a ciascuno di noi, a farli fruttificare, a non tenerli nascosti o per sé ma metterli a servizio della comunità. Questi alcuni degli spunti del libro di don Fabio Stanizzo “Responsabilità e promozione dell’humanum” – La parabola delle mine in dialogo con gli esegeti”, presentato nel salone parrocchiale della Chiesa di S. Giuseppe Artigiano, a Lamezia Terme, nell’ambito di un incontro moderato dalla giornalista Saveria Gigliotti, direttore di “Lamezia Nuova” e dell’ufficio per le comunicazioni sociali diocesano.

Una parabola, quella raccontata nel Vangelo di Luca, che per il vescovo di Lamezia Terme monsignor Serafino Parisi “presenta significative differenze rispetto alla parabola dei talenti, a cui spesso viene accostata e che leggiamo nel Vangelo di Matteo. Nella parabola dei talenti, il servo è chiamato a lavorare per far fruttificare i talenti ricevuti. Questo ci comunica che, in questo tempo intermedio, nell’attesa del ritorno del Signore, siamo chiamati a darci da fare, a lavorare con ciò che il Signore, senza nostri meriti, ci ha consegnato. La parabola delle mine di Luca ha un accento più prettamente ecclesiale e ci comunica la possibilità di creare un contesto, una sorta di “liquido amniotico” in cui la mina possa svilupparsi e crescere da sola.”. Dalla parabola lucana, per il vescovo di Lamezia, “emerge l’opposizione biblica tra la paura e la fiducia: la paura del servo è fondata sul pregiudizio che il suo padrone sia malvagio, l’uomo di nobile stirpe invece ha fiducia e concede al servo la mina. Dio ci chiede di entrare in relazione con Lui non con il pregiudizio della paura, ma con la fiducia, per darci la possibilità di partecipare alla sua stessa potestà regale. Quando l’uomo corrisponde con la fiducia alla fiducia di Dio verso di lui, allora vi è il riscatto del servo che può partecipare della regalità del suo signore”. Il vescovo Parisi ha inoltre annunciato l’avvio della scuola biblica diocesana, di cui a breve saranno comunicati gli orari e le date, che per il primo anno sarà incentrata su un’introduzione alla lettura del testo biblico.

Di “un dialogo e confronto con gli esegeti, fatto da don Fabio con competenza” ha parlato don Vincenzo Lopasso, docente di Sacre Scritture, che ha sottolineato il messaggio della parabola evangelica “che tocca la vita dei credenti, nel rapporto con Dio e con la comunità. Non impegnarsi per paura di sbagliare è lesivo per sé stessi e per tutta la comunità. Non siamo chiamati ad essere cristiani con le mani in mano, ma a far fruttificare i doni ricevuti da Dio, non importa quanto, non trattenendo per noi i doni ricevuti ma mettendoli a servizio della comunità”.

Sottolinea l’aspetto del viaggio don Emilio Salvatore, presidente della Pontifica Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, curatore di un saggio sul tema del viaggio all’interno del volume di Stanizzo, per il quale “nel Vangelo di Luca, le parabole sono poste nel contesto del grande viaggio di Gesù verso Gerusalemme, come piccoli viaggi nei viaggi, attraverso i quali chi legge cresce sempre più nella comprensione di chi è Gesù e del suo ministero di salvezza. Leggendo queste parabole, i discepoli entrano in una logica nuova del Regno che non è una questione politica, ma è la signoria di Dio sulla nostra vita”.

Parole di ringraziamento da parte di don Fabio Stanizzo ai relatori intervenuti “grazie ai quali abbiamo offerto a tutta la diocesi un momento di crescita e formazione. In questo libro, ho voluto approfondire in particolare l’aspetto ecclesiologico-pastorale che, come sacerdoti, viviamo ogni giorno. Ciascuno di noi riceve fiducia da parte del Signore: in questo tempo che intercorre tra l’oggi e il momento in cui saremo davanti al Signore, siamo chiamati a mettere a frutto i talenti, a riscoprirli e tirarli fuori”. L’incasso del libro sarà devoluto per la ristrutturazione della Chiesa di S. Giuseppe Artigiano e per opere di carità.

Salvatore D’Elia