“Chi vuole salvare la propria vita nella logica del mondo la perderà ed invece chi decide di perdere la propria vita a causa del Signore sa che la salverà”. Questo il tema centrale dell’omelia che il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, ha pronunciato nel corso della celebrazione eucaristica officiata nella chiesa di San Raffaele in memoria di don Giussani ricordando che l’uomo ha ricevuto da Dio due doni: la vita ed il sigillo della libertà.

“Noi – ha detto il Vescovo partendo dalle letture del giorno – procediamo giorno per giorno dentro la nostra vita esercitando la libertà e facendo in modo che tutte le nostre scelte verso il Signore abbiano il timbro distintivo che Dio ha messo su noi, le sue creature. Vita e libertà vanno sempre insieme ecco perché dobbiamo decidere da che parte stare e, se scegliamo liberamente di stare dalla sua parte, vivremo. Ma questa scelta non è mai scontata e dobbiamo sempre fare i conti con questa libertà che è dogmatica perché esige, ad un certo punto, una scelta, una presa di posizione o, per meglio dire, deve mettersi su una strada seguendo un orientamento. Per essere vicino a voi di Comunione e Liberazione, dovrei dire una visone. Sì, È la visione che, ad un certo punto, dà la dimensione dell’opera da compiere: c’è un punto di partenza ed un punto di arrivo e tra la partenza e l’arrivo la strada da compiere con  una scelta da fare”.

“Nella lettura di questa sera- ha aggiunto monsignor Parisi – , c’è una proposta che precede l’adesione al Signore. Cioè scegliere tra la vita e il bene e la morte ed il male ed una volta che tu hai scelto il bene, sai che su questa via del bene, non solo incontrerai il Signore, ma farai la scoperta che è proprio il Signore che ti ci ha collocato. È l’opera di Dio che, però, pretende, vuole, esige la nostra scelta perchè è qui che si gioca l’esistenza dell’uomo, non su una imposizione, ma su una proposta. Certo, la proposta che il Signore fa è corredata anche dei punti di ancoraggio iniziali e di arrivo che, nel caso del bene, sono la vita, nel caso del male la morte. Dal versante umano scopriamo pure il senso della nostra esistenza, senso che si trova unicamente nella volontà libera, consapevole, responsabile, di mettersi dalla parte di Dio che, poi, significherà mettersi dalla parte del bene, scegliendo per sempre non la morte, ma la vita”.

L’uomo, quindi, “scegliendo liberamente” ha “la coscienza di non essersi perso, la certezza che seguendo il Signore non si perderà”. Ed in questo senso l’avvio della Quaresima diventa un’opportunità per tutti in quanto “il cammino della Quaresima – ha sottolineato monsignor Parisi – è il tempo che ci viene dato dal Signore per recuperare innanzitutto la nostra dimensione umana, la nostra interiorità, e dentro questo scoprire il rapporto vitale intimo privilegiato del credente, del figlio con Dio, con il Padre. E questo è l’itinerario che dobbiamo fare all’interno della Quaresima”.

Saveria Maria Gigliotti