La vicinanza agli ultimi, il desiderio di contribuire al riscatto della comunità, la sintonia con il popolo che gli era stato affidato. Questi alcuni tratti di monsignor Vittorio Moietta ricordati nel saluto del sindaco di Brusasco Giulio Bosso e del sindaco di Lamezia Terme Paolo Mascaro, al termine della concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Serafino Parisi nel sessantesimo anniversario della nascita al Cielo del sacerdote piemontese, vescovo dell’allora diocesi di Nicastro dal 25 aprile 1961 al 1 aprile 1963.

Annunciando la celebrazione di una Santa Messa di suffragio questo pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Brusasco, presieduta da monsignor Carlo Grattarola già segretario particolare del presule, il primo cittadino del Comune del monferrato casalese, che ha fatto pervenire il suo saluto nei giorni scorsi, ha parlato di Moietta “per molti di noi ancora don Vittorio” come “un punto di riferimento, dopo 60 anni, per tanti cittadini di Brusasco che non lo hanno conosciuto direttamente ma lo hanno incontrato nelle testimonianze e nei suoi scritti. Io stesso – ha proseguito il sindaco- mi sono recato due volte a onorare la sua tomba, nella vostra Cattedrale di Lamezia, e vorrei farlo anche nel corso di quest’anno. Come ebbe a dire di lui il vescovo Severino Poletto, monsignor Moietta è stato anticipatore di uno stile itinerante e missionario del ministero episcopale, un vescovo “fuori dal palazzo” che andava a trovare anche la gente che vive nelle borgate più sperdute. Il suo esempio è un insegnamento non solo per gli uomini di Chiesa ma anche per noi amministratori pubblici”.

Per il sindaco Paolo Mascaro, “Moietta, in un tempo breve, ha lasciato una traccia indelebile nella nostra comunità. Io, che sono nato pochi giorni dopo la morte del vescovo, porto con me il ricordo di ciò che si raccontava di lui in quegli anni, un vescovo missionario arrivato in una terra dove ancora si sentiva l’odore della guerra e si toccavano con mano le fatiche della ricostruzione. È stato un vescovo tra la gente, che ha teso la mano ai bisognosi, che ha portato la Parola senza aspettare che fossero gli altri ad andare da lui. Proprio in quegli anni, anche grazie a lui, è nata e si è consolidata l’idea dell’unione tra le comunità che ha poi portato alla nascita di Lamezia Terme. Il vescovo Moietta è stato tra quelli che hanno tracciato questa strada. Ricordarlo oggi, dopo sessant’anni, è uno stimolo a lavorare per far crescere il nostro territorio e la nostra comunità”.

Grande commozione in Cattedrale nel corso della celebrazione, in particolare con l’annuncio da parte del vescovo Parisi di avere in animo “con i tempi e le modalità che la Chiesa rigorosamente prevede, di fare quanto necessario all’avvio di un’inchiesta diocesana sull’eroicità delle virtù di questo Pastore, perché- se è volontà di Dio e non solo un nostro pio desiderio – il suo esempio possa un giorno assurgere all’ onore degli altari”