Papa Francesco ha fatto riferimento a questo anno 2024 come Anno della Preghiera, un Anno di preparazione al Giubileo che sta per iniziare e un Anno durante il quale dovrà emergere maggiormente l’orizzonte spirituale dell’evento giubilare che va ben oltre ogni necessaria e urgente forma di organizzazione strutturale. Come il Papa ha inteso sottolineare nel Te Deum di fine anno: «Il cristiano, come Maria, è un pellegrino di speranza. E proprio questo sarà il tema del Giubileo del 2025: “Pellegrini di speranza”… Ma affinché il Giubileo sia un evento che spiritualmente arricchisce la vita della Chiesa e dell’intero popolo di Dio diventando segno concreto di speranza, è necessario che sia preparato e vissuto nelle proprie comunità con quello spirito di attesa tipico della speranza cristiana.

L’Anno della Preghiera viene a corrispondere pienamente a questa esigenza e sarà caratterizzato dall’espressione dei discepoli rivolta a Gesù: «Insegnaci a pregare» (Lc 11, 1). In effetti abbiamo bisogno di apprendere a pregare e il vero Maestro può essere solo Lui: Gesù, il Figlio di Dio che con la preghiera del Padre Nostro ha rivoluzionato il mondo della preghiera umana. Il motto “Insegnaci a pregare” è già una preghiera che sorge dal profondo del cuore con il desiderio di essere esaudita. Come ha esortato Papa Francesco: “Sono certo che i vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i catechisti troveranno in questo Anno le modalità più adatte per porre la preghiera alla base dell’annuncio di speranza che il Giubileo 2025 intende far risuonare in un tempo travagliato”, così – accogliendo l’esortazione di Papa Francesco – anche la Comunità parrocchiale di San Teodoro si prepara al grande evento giubilare del 2025 proponendo un ciclo di incontri sulla preghiera, presso la chiesa parrocchiale, ogni 2°e 4° mercoledì del mese, alle ore 18.30.

Gli incontri vogliono far riscoprire il valore della preghiera, l’esigenza della preghiera quotidiana nella vita cristiana, come pregare, e – soprattutto – come educare a pregare oggi, nell’epoca della cultura digitale, in modo che la preghiera possa essere efficace e feconda.

La preghiera – come insegna Papa Francesco – dev’essere intesa come il respiro della fede, anzi ne è la sua espressione più propria, il grido silenzioso che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio!

don Antonio Fiozzo