Tra luoghi comuni, informazioni parziali o errate, l’8xmille alla Chiesa Cattolica è un tema che richiede approfondimento e chiarezza. Ragione per cui ogni anno le campagne di comunicazione promosse dalla Cei mirano non tanto a intercettare più donazioni, quanto a risvegliare una consapevolezza: la corresponsabilità di ogni credente alla vita della comunità cristiana.

Partiamo dalla conoscenza di cos’è l’8xmille. Si tratta una quota del gettito complessivo dell’IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) che lo Stato italiano mette a disposizione per scopi “sociali o umanitari” a gestione statale o “religiosi o caritativi”, assistenziali e umanitari gestiti dalle 13 confessioni religiose, chiedendo annualmente ai contribuenti di indicare a chi deve essere destinata. Non c’è, dunque, nessun “privilegio” verso la Chiesa: sono 14 i soggetti (confessioni religiose) attualmente ammessi alla ripartizione dell’8xmille  in proporzione alle scelte espresse e quindi senza tenere conto degli “astenuti”.

Nell’ambito della Chiesa Cattolica, i fondi dell’ 8xmille sono utilizzati per tre finalità:

  1. Interventi caritativi in Italia e nei Paesi in via di sviluppo
  2. Esigenze di culto e pastorale della popolazione italiana
  3. Sostentamento dei sacerdoti

Ogni anno a maggio, durante l’Assemblea Generale della C.E.I., i vescovi determinano la suddivisione dei fondi 8xmille per tre finalità previste dalla legge. La Chiesa cattolica interviene in Italia nel campo del culto e della carità in due forme:

  1. Con le quote trasferite dalla C.E.I. annualmente alle diocesi e destinate ad attività locali
  2. Con le quote destinate ad attività di rilievo nazionale riservate alla Presidenza della C.E.I.

L’8xmille è destinato anche al sostentamento dei sacerdoti che, dal 1984, i sacerdoti diocesani non ricevono più il sostegno economico dallo Stato.  È un dato di fatto che i sacerdoti, oltre ai compiti pastorali, sono sempre più spesso anche il primo riferimento per chi ha bisogno di aiuto e conforto, indipendentemente dall’orientamento religioso. Educano i ragazzi, offrono assistenza alle famiglie in difficoltà, agli ammalati, agli anziani soli, ai poveri e agli emarginati. Al sostentamento dei circa 33mila sacerdoti provvede l’Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero (ICSC) attraverso le risorse messe a disposizione dagli Istituti Diocesani per il Sostentamento del Clero (per il 6,4%) e attraverso i fondi dell’8xmille (91,4%). A queste risorse si aggiungono le libere offerte dei cittadini, che coprono il 2,2% del fabbisogno necessario.

Le attività realizzate dall’8xmille sono ampiamente diffuse dalla Chiesa Cattolica attraverso il sito internet www.8xmille.it e la mappa 8xmille; il sito internet www.chiesacattolica.it; il sito rendiconto8xmille.chiesacattolica.it​; le locandine esposte nelle 26.000 parrocchie italiane in occasione delle Giornata Nazionale Dedicata all’8xmille; la campagna stampa sui principali quotidiani e periodici nazionali italiani e sugli oltre cento settimanali cattolici diocesani; gli spot televisivi girati dal vivo in situazioni rappresentative delle migliaia di interventi realizzati in Italia e nei Paesi in via di sviluppo, sostenuti anche con i fondi 8xmille.

Firmare per l’8xmille non è una tassa in più e non costa nulla al contribuente. Scegliendo di firmare per l’8xmille, contribuisci a scegliere chi riceverà la quota del gettito complessivo dell’IRPEF destinata dallo Stato alle confessioni religiose. Se non firmi, questi fondi verranno comunque ripartiti tra gli aventi diritto, in misura proporzionale alle scelte compiute dagli altri cittadini. Ecco perché è importante esprimere la propria scelta.

Firmare per l’8xmille, dunque, è un gesto di corresponsabilità ecclesiale ma anche un contributo al bene comune.

Salvatore D’Elia

 

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