“Nella Croce di Gesù è stato crocifisso tutto il dolore dell’umanità, il dolore più incomprensibile, quel dolore che non ha spiegazione, quel male che non ha senso, anzi che lascia dentro di noi, muti, il tarlo del dubbio”. Così il Vescovo, monsignor Serafino Parisi, nell’omelia della celebrazione della Passione del Signore nel giorno del Venerdì Santo che, “non è il giorno delle parole – ha detto il Pastore della Chiesa lametina -, ma è il giorno della Parola che è quella che il Signore ha pronunciato nel Figlio Gesù Cristo”.

“Nel Mistero della Croce, questa Parola diventa espressione piena dell’amore incondizionato di Dio Padre, perché la Croce è la Parola di Dio per noi” e “si oppone – ha aggiunto monsignor Parisi – a quel silenzio che abbiamo fatto tutti quanti insieme subito dopo l’annuncio della morte di Gesù. Il silenzio da parte nostra vuol dire tante cose. Vuol dire certamente adorazione del Mistero di questo amore grande, però vuol dire anche mancanza, assenza di parole di fronte a tutto il dolore del mondo. Inginocchiato in silenzio all’annuncio della morte di Gesù, l’uomo esprime la necessità umana di capire, anche l’impossibilità dell’uomo di comprendere. Ed ecco il silenzio. Ma, quel silenzio è anche l’esperienza che noi facciamo, a volte, di ciò che viene percepito come l’abbandono da parte di Dio. Lo ha detto il Figlio sulla Croce ‘Dio mio Dio mio perché mi hai abbandonato?’, portando lì, proprio sulla croce, il grido di ogni creatura che vorrebbe capire come mai Dio sembra essere in alcuni momenti della storia dell’umanità o della vita, della nostra vita personale, disinteressato, distratto, assente. Nelle grandi tragedie dell’umanità, quelle che, poi alla fine sono state causate dall’uomo, dalla cattiveria umana, c’è stato qualcuno che si è chiesto sempre ‘Signore ma dov’eri?’. È un grande grido ed è un grido che, a volte, davvero facciamo nel silenzio. Lo facciamo, magari con il cuore dilatato, che è in attesa di questa comprensione del grande Mistero di Dio”.

 

Il Venerdì Santo, però, “ci dice che Dio, in Gesù Cristo, è dentro il dolore dell’uomo. Il silenzio dell’umanità – ha detto al riguardo il Vescovo – coincide con il silenzio di Dio ed il silenzio di Dio è carico di quel silenzio interrogante dell’umanità. Questa è la grandezza del Mistero. Ed allora quel silenzio è, in realtà, la parola più grande perché indica il Crocifisso” che “ci dice che Dio non ha voluto guardare il dramma dell’umanità dall’alto, magari considerandolo da lontano, senza contaminarsi con il sangue dell’umanità, con la storia tragica, drammatica, con la storia di peccato dell’umanità. Non ha voluto restare distante, è sceso dentro perché un giorno ha deciso di incarnarsi di prendere la carne dell’uomo. Ed allora ha voluto vedere il male che l’umanità subisce, o del quale a volte è anche causa, da vicino, toccarlo. Ha voluto partecipare a quel dramma a quella tragedia, nella morte del Figlio, nella Croce del Figlio amato. Ed ecco perché quella Croce diventa la Parola più eloquente di Dio e ciò che sembra silenzio è, invece, il grande Verbo dell’amore di Dio Padre”.

“Il Venerdì Santo – ha concluso monsignor Parisi – non cambia il corso della storia. Il corso della storia cambia il mattino di Pasqua, ma senza il Venerdì Santo non potrebbe esserci il mattino della Pasqua. Il Venerdì Santo ci dice che il male c’è, ma che non ha l’ultima parola, anzi dentro la Croce del Figlio troviamo la Parola dell’amore di Dio che sconvolge tutti i pensieri dell’uomo”.

Al termine della celebrazione, il Vescovo ha presenziato alla processione della Beata Vergine Maria Addolorata e del Cristo Morto.

Saveria Maria Gigliotti