L’infiorata del Corpus Domini, un’opera che ormai è una tradizione per la Parrocchia Natività Beata Vergine Maria nel quartiere Bella di Lamezia Terme, richiama l’intimo desiderio dell’uomo: percorrere la propria vita in una strada selciata da fiori piuttosto che da pietre, perché in tal modo la fatica del cammino non verrebbe meno, ma tutto sarebbe più facile e delicato.

E questo è l’annuncio della solennità del Corpus Domini e dell’infiorata: il desiderio dell’uomo può divenire realtà se egli vive pienamente l’incontro eucaristico con Cristo e si fa guidare dal Redentore che desidera camminare con lui; solo allora una bellezza portentosa riempirà continuamente lo sguardo.

Il lungo tappeto di fiori presente nella Chiesa parrocchiale mostra tre elementi. In alto vi è un triangolo dorato, simbolo della Trinità, con all’interno un cuore che ha la forma della Croce: richiama l’amore della Santa Trinità per la creazione e particolarmente come l’amore di Dio sia un amore salvifico (la croce) che vuole rendere partecipe ogni uomo dell’amore e della felicità eterna delle tre Persone divine. L’amore di Dio non è un amore che lascia l’uomo così come è, ma è un amore che vuole rendere partecipe l’uomo della vera vita, della gioia eterna.

Dal triangolo trinitario partono dei raggi che giungono all’ostia consacrata, al Santissimo Sacramento, al cui interno è presente, oltre il monogramma di Cristo, una Croce di colore rosso, il colore della Passione. Essa significa che l’Eucaristia è il sacramento dell’amore paziente e glorioso di Cristo consumato sulla Croce che vuole trasformare l’uomo: “Lo scopo proprio e ultimo della trasformazione eucaristica è la nostra stessa trasformazione nella comunione con Cristo. L’Eucaristia ha di mira l’uomo nuovo, il mondo nuovo così come esso può nascere soltanto a partire da Dio mediante l’opera del Servo di Dio” (Benedetto XVI).

Dall’Eucarestia discendono dei raggi che raggiungono una barca: la Chiesa. Nelle acque della vita ogni uomo ha una certezza: la barca della Chiesa non può mai affondare, qualsiasi mare attraversi, qualsiasi tempesta affronti, perché la Croce è l’albero maestro (Cristo è sempre con noi e non ci abbandona mai) e la Parola di Dio è lo scafo (ciò che rende davvero forte, se ascoltata e vissuta, qualsiasi fragile vita). La barca ricorda anche che “non è nel segno del Vangelo restarsene al sicuro, attraccati alla banchina o fermi all’ancora. Il nostro posto non è nei successi, ma in una barca in mare, mare aperto, dove prima o poi durante la navigazione della vita verranno acque agitate e vento contrario. Vera pedagogia è quella di Gesù: trasmettere non paura, ma la passione per il mare aperto, il desiderio di navigare avanti, la gioia del mare alto e infinito” (E. Ronchi).

don Aldo Figliuzzi