“Una firma che fa bene”. Un nuovo edificio per il ministero pastorale a servizio della comunità di S. Maria Cattolica e di tutta la comunità di Maida. Un punto di aggregazione, un luogo per sentirsi comunità, realizzato grazie ai fondi 8xmille

 

Uno spazio fisico per incontrarsi, portare avanti attività pastorali, offrire a tutta la comunità un luogo dove sentirsi a casa e del quale essere corresponsabili. Con questi obiettivi, è in corso di realizzazione  il nuovo edificio per il ministero pastorale della parrocchia S. Maria Cattolica di Maida, guidata da don Angelo Cerra, nell’ambito di un progetto finanziato grazie ai fondi 8xmille alla Chiesa Cattolica.

Un intervento che nasce da un’esigenza della comunità di Maida che, fino ad oggi, non disponeva di spazi per le diverse attività parrocchiali. I nuovi locali, così concepiti, potranno essere per tutta la comunità un luogo dove poter formare i giovani, punto di comunione e di rete con le associazioni presenti in tutto il territorio. La comunità di Maida ha bisogno di un centro pastorale che nasca nella parte nuova del paese dove gran parte della popolazione si è trasferita, decretando il sostanziale spopolamento del centro storico dove restano ubicati tutti gli edifici di culto.

“Accoglienza e senso di comunità – si legge nella relazione del progetto – sono i principi che hanno guidato la progettazione dell’edificio la cui forma richiama quella archetipa del villaggio di case con tetto spiovente e che ricerca un dialogo formale con il centro storico. L’edificio mira ad essere riconoscibile – un punto di riferimento per l’intera collettività – ed il suo orientamento secondo l’asse est/ovest, oltre a permettergli di aprirsi verso il panorama del Golfo di Sant’Eufemia, fa in modo che gli accessi principali siano facilmente individuabili dalla strada”.

Sul piano tecnico e di ricaduta sociale dell’intervento, particolare attenzione è stata riservata alla connessione tra i nuovi locali parrocchiali e l’area urbana esterna e all’accessibilità dei nuovi spazi. Il progetto intende, infatti,  realizzare un edificio in un parco pubblico ottenuto collegando l’area verde esistente con quella in cui ricade l’intervento mediante un percorso pedonale e punta alla connessione dell’area di intervento con il giardino esistente senza barriere architettoniche realizzando in questo modo una continuità tra le vie adiacenti ai nuovi locali.

Un progetto, dunque, che garantendo alti standard di qualità, sostenibilità ambientale, innovazione, vuole rispondere a un bisogno più grande, in una società troppo spesso segnata da assenza di relazioni o da surrogati di relazioni virtuali: avere a disposizione un luogo per ritrovarsi come comunità.

Salvatore D’Elia

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